"Ci vorrebbe uno come Stucchi, quello che ha salvato la Proferall". Questo uno dei commenti che circolavano dopo l’assemblea dei lavoratori di ieri, quando i sindacalisti hanno aggiornato la novantina di dipendenti "residui" sulla situazione e le prospettive. Dichiarato ufficialmente il fallimento (il 9 luglio è stata depositata la sentenza) i Valsecchi avevano richiesto un proseguio provvisorio dell’attvità con una nuova società – sempre collegata alla stessa famiglia, titolare fino a ieri del glorioso mobilificio valsassinese.
Il tribunale di Lecco non ha considerato accettabili le condizioni per una "continuazione" con gli stessi proprietari, anche per l’opposizione dei sindacati, quindi la ditta è passata sotto la gestione e tutela dello stesso tribunale, che ha nominato come curatore fallimentare un professionista, il dottor Filippo Radaelli di Oggiono che dovrebbe portare la Grattarola all’asta fallimentare per la messa in vendita o inaffitto, prevista ad ottobre.
Prima dell’assemblea con le maestranze c’era stato un importante vertice a Lecc, presenti moltissimi soggetti interessati compresi Prefetto, Confindustria, organizzazioni dei lavoratori e con un collegamento in videoconferenza con la Regione Lombardia. Avviate le procedure per far partire un nuovo periodo di cassa integrazione straordinaria (stavolta per fallimento, mentre quella attuale è per crisi aziendale). L’ammortizzatore sociale durerà un anno ma certo la situazione non è delle migliori, con famiglie che portano a casa 7-800 euro al mese – più sette che ottocento, precisano gli interessati – e prospettive tutte da verificare.
Sempre in attesa, come detto in apertura, di un "cavaliere bianco" che possa risollevare le sorti di questa ex grande e fortunata azienda del nostro territorio. Il caso della Proferall (ora PFA), con il salvataggio da parte del gruppo di Aristide Stucchi, affascina e riempie di speranze i molti valsassinesi coinvolti in questa nuova brutta vicenda. "Ma è bene non farsi illusioni – commenta uno dei dipendenti ‘storici’ della Grattarola – perché di storie come quella se ne vedono poche, purtroppo".
Intanto, un gruppo di lavoratori della Grattarola Mobili ci ha scritto, chiedendo "che tutte le istituzioni si diano da fare nel concreto e nell’interesse di tante persone in Valsassina".