Ha fatto parlare il nostro articolo di ieri, nel quale segnalavamo la rinnovata fama della fantastica (e inquietante) villa in decadenza in quel di Bindo. Ma la situazione, al di là della grande notorietà anche internazionale, rimane grave. “Abbiamo contattato la Provincia e la Soprintendenza per cercare di rilanciare la villa – spiega Paolo Barbieri del comitato Salviamo Villa de Vecchi –, ma non ci sono progetti perché c’è un rischio idrogeologico medio-alto sulla parete della montagna vicina alla struttura”. Tradotto non si può costruire nulla o ristrutturare senza la firma di un geologo. “Ma trovare un tecnico che si prenda una responsabilità simile è molto difficile – continua Barbieri –. Inoltre la casa è di proprietà privata e per rimetterla a posto servirebbero centinaia di migliaia di euro”.

La struttura era stata progettata dall’architetto Alessandro Sidoli, su commissione del conte Felice De Vecchi, capo della Guardia Nazionale dell’epoca che prese parte alle cinque giornate di Milano, nonché all’assedio di Gaeta nel 1861. Il conte era un amante della Valsassina e decise di costruire in quello squarcio verde la sua villa per passare l’estate e i momenti di relax. Nel 1858, al momento del termine dei lavori, la villa fu valutata con l”imponente cifra, per l’epoca, di 44.063 lire.

Dopo la morte del conte però la casa andò in rovina, nonostante fosse ancora in mano al custode e l’ultimo piano crollò, iniziando lo stato di degrado che tuttora avanza imperterrito. Oggi, tra i proprietari del maniero ci sono i titolari delle Officine Melesi e dell’albergo Gnocchi di Cortenova. Le istituzioni hanno provato più volte a risollevare le sorti della villa, come nella fine degli anni ’80, quando era in lizza per diventare la sede della comunità montana della Valsassina. Ma poi fu deciso di installare gli uffici dell’ente alla Fornace di Barzio.

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