Il brano del Vangelo di questa domenica, per nulla semplice e facile, può essere sintetizzato in due idee: 1. L’opera per eccellenza che Egli continua a compiere è donare la vita… 2. Chi ascolta la Sua Parola vivrà… Già il Profeta Isaia nella prima lettura ci aveva presentato in modo estremamente preciso “Tu uomo mi hai stancato con le tue iniquità…Io cancello i tuoi peccati”. Cristo è colui che ha realizzato questa voglia di vita di Dio nei confronti dell’uomo: Cristo ci ha rivelato questa voglia di perdono e di vita che può raggiungere l’uomo, se l’uomo si fida della Parola di Gesù.
La speranza non è la constatazione che tutto va bene e che ogni difficoltà si appiana, non è il lieto fine delle fiabe. La speranza è la certezza di non essere soli, di avere delle forze e degli aiuti che non vengono da noi e sui quali si può sempre contare.
La fede insiste nel farci presente l’attenzione di Dio verso di noi, nel presentarci la nostra vita non come abbandonata a se stessa, ma come una realtà che si radica in Dio. Anzi, la fede è proprio il nostro inserirci in Dio, è vivere della Sua stessa vita, è aderire alla Sua Parola, è restare in Lui: “IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI”.
La speranza e la fede trasformano la tentazione di sfiducia, in uno slancio nuovo di coraggio e di adesione a Dio.
Solo con Dio nel cuore l’uomo ha la certezza di andare lontano.