Pasturo e Taceno, l’Unione dei Comuni del Centro Valle ma anche l’urbanistica introbiese, la famiglia-ditta Bregaglio e le scelte di un grande "ras" della politica (non soltanto locale): tutto questo ed altro ancora nella 36a puntata delle "esternazioni" di un Ciceruacchio ritornato baldanzoso e più corrosivo che mai. Eccovi quattro pensierini ricchi di dettagli e di sapidità, per una domenica da cominciare meglio che col caffè forte:
* Il borgomastro di Pasturo Guido Agostoni è stato rieletto presidente dell’Unione dei Comuni del Centro Valle. Non ha però particolarmente gradito questo reincarico perchè ne ha un tantino piene le b.
Al suo posto doveva essere eletto il borgomastro di Cortenova Luigi Selva ma i suoi colleghi non hanno dato il via libera perchè temevano che in veste di presidente, avesse l’autorevolezza di dare qualche “liscio e busso” al capo dei ghisa col quale è un po’ incazzato per una recente “incomprensione”. L’aria che tira nell’Unione è discretamente mefitica. La richiesta del borgomastro di Taceno Marisa Fondra di farvi parte è stata accolta con alcuni malumori. Anzitutto perchè, anche se non dichiarato, il posto a tavola in più non è particolarmente gradito. La Fondra non porta ai commensali neanche il dessert, anzi delle rogne, come il fatto di non disporre di un ghisa utile per un territorio che diverrebbe ancor più ampio. L’assessore Acquistapace di Introbio chiede che nell’Unione entri Taceno ma esca Pasturo. In questo modo si raggiungerebbe un’omogeneità politica post-berlusconiana. Poi c’è il trambusto sull’auto medica di Taceno che il Centro Soccorso Valsassina vorrebbe a Introbio. Quello che fa specie è che si tratta di problemi tecnicamente risolvibili con buona pace di tutti. Il timore è che questi supposte discordie siano una scusa per non proseguire verso la fusione tra più comuni. Un riordino amministrativo che dovrebbe essere, una volta per tutte, imposto dall’alto, mandando a quel paese chi non è d’accordo.
* Per l’ennesima volta, purtroppo, mi soffermo sugli accadimenti introbiesi perchè questo paese ha il grande pregio, a differenza di altri, di partorire amenità all’ingrosso. In bella vista, per modo di dire, il ‘maltrainsema’ PGT adottato dagli ammistratori, giunti alla fine del mandato.
– Comincio con la certificazione formale del malloppo urbanistico, che è “garantita al limone” dal Segretario comunale Andrea Bongini, che gode del dono dell’ubiquità burocratica. Il nostro, controfirma il PGT “Visto il parere favorevole espresso dal Responsabile dell’Area Tecnica” che, guarda caso, …è lui stesso.
– Il Presidente provinciale di Legambiente, Pierfranco Mastalli, “osserva” che nel Documento di Piano non compare lo studio naturalistico del lago di Sasso, che il comune ha commissionato, non a gratis, a Franco Angelini di Sondrio. Rassicurante parrebbe la controdeduzione dei governanti di “Aria Nuova”: “Gli studi naturalistici sono stati tenuti un debita considerazione del PGT, in tutte le sue declinazioni” ma, non pare proprio che l’inserimento del lavoro di Angelini sia avvenuto. La ragione? Avrebbe invalidato qualunque derivazione di acqua, più o meno alimentare, dal lago di Sasso. Non saràmica ella serie: mai fare incazzare il potente? Legambiente fa altresì notare che è stato omesso anche l’inserimento nel PGT della cartografia riguardante i Geositi, come obbliga un’apposita legge regionale che prevede la tutela, nel caso di Introbio, di tutte la cascate della Troggia, Inclusa quella Bocca di Biandino. Viene tardivamente in aiuto la Provincia di Lecco che, tra le sue osservazioni, prescrive di “inserire in tutte le tavole i Geositi, come da indicazione dello studio geologico”. Questa prescrizione contraddice palesemente il parere favorevole che la Provincia stessa ha dato ad una società “Lussemburghese” di derivare acqua ad uso idroelettrico, proprio, dalla cascata della Bocca di Biandino la cui tutela, in tal caso, va a farsi benedire. Quel parere non doveva essere concesso perchè temporalmente successivo all’entrata in vigore della legge sui Geositi. Che smemorati!
* Prosegue da parte dell’impresa Bregaglio di Lecco una inutile singolar tenzone col Comune di Introbio. Nonostante la vicenda della proprietà della strada per Biandino sia stata chiarita con sentenza passata in giudicato, la Bregaglio continua a dilettarsi in ricorsi al TAR. La sua ultima trovata è stata quella di porre un lucchetto alla stanga all’inizio della strada (una triste abitudine che non perderà mai) per impedirne l’accesso a chi ne ha titolo. Una volta questo era un reato passibile di denuncia ma, come sappiamo, siamo ancora nella seconda Repubblica, dove ognuno fa impunemente i c…. suoi. Il problema è stato immediatamente risolto dal borgomastro che ha mandato sul posto i ghisa armati di tronchesino.
* In questi ultimi tempi di Bruno Colombo si può dire di tutto tranne che non abbia un po’ di coerenza nelle sue scelte politiche. Almeno così pare. Si vociferava che si fosse ricompattato la Brambilla. Errore capitale! Chi pensava così non si rendeva conto che lei stessa e Forza Italia, oggi, contano un niente soprattutto ora, dopo la dipartita politica del senatore passato in giudicato.
Il nostro votò Renzi alle primarie del PD contro Bersani e dichiara di rivotarlo alle prossime contro Cuperlo e Civati, convinto com’è che l’ambizioso etrusco ne uscirà vincente. Ecco confermata l’aurea regola: mai all’opposizione, sempre con chi vince.
E in questo si trova in buona compagnia col borgomastro di Lecco “Quaresima”, al quale potrà suggerire, ad esempio, dove e come realizzare il porto turistico della città con annesso albergo, eccetera.
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Angelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).
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