Ecco la lettera, forse l’ultima del 2013, che divulghiamo volentieri. Riprende un tema che si dimostra sempre più di attualità: quello dell’accorpamento delle amministrazioni comunali – specie dei piccoli paesi come i nostri, pur essendo originata da una questione apparentemente diversa.
Buongiorno a tutti,
sono uno dei tanti che ha ricevuto in questi giorni la bolletta dell’acqua di Idrolario, con tariffe che ricordo sono quasi TRIPLICATE da quando il servizio è passato a questo nuovo carrozzone, tanto utile a piazzare parenti dei potenti.
I quali ci ricordano che per tutto il 2013 (quindi retroattivamente) applicheranno un AUMENTO DEL 13% SULLE TARIFFE!
L’ennesimo rincaro sulle spalle dei contribuenti, sicuramente necessario e inderogabile per permettere a qualche manager di godere di stipendi a 6 zeri; operato poi su un territorio dove l’acqua scorre dappertutto e gli impianti di distribuzione sono in gran parte piuttosto recenti.
E il referendum per l’acqua pubblica? Dimenticato. In onore del Dio denaro.
E i nostri sindaci, che guidano comuni nella gran parte dei casi inutili, con 400 abitanti, 2/3 impiegati; cosa fanno? NIENTE. Neanche una protestina, un’indignazione. Niente.
Per certi versi li comprendo, i comuni di piccole dimensioni non servono a nuente, tanto vale che non facciano nulla del tutto. Girano le carte, passano giorni a calcolare di quanto aumentare l’IMU o la TARES per far quadrare i conti.
A mio avviso vedrei bene in Valsassina 3/4 comuni al massimo, con il risparmio di 1/4 delle spese inutili abbassiamo le tasse.
Scusate lo sfogo
Carletto