Continua anche per noi la contemplazione del mistero del Natale. L’evento contemplato prima di noi dalle prime Comunità cristiane, ha cambiato loro il volto: ne offrono garanzia le testimonianze odierne di S.Paolo e di S.Giovanni. Paolo sembra voler esaltare la risposta positiva e coerente sul versante della fede data dalla Comunità di Efeso alla venuta del Figlio di Dio.
Giovanni invece ha delle espressioni più amare. di fronte all’estremo tentativo di Dio di avvicinarsi all’uomo di fare brillare la luce entro la miseria della storia umana, viene sottolineata e rimarcata l’eterna possibilità dell’uomo di preferire le tenebre, il rifiuto, l’esclusione.
Tutto il Vangelo di Giovanni è un invito a scegliere. o la fede in Gesù Cristo o l’incredulità, o una vita secondo il Vangelo o il compromesso che a volte è peggiore delle tenebre. Noi non siamo molto diversi dai cristiani ai quali si rivolgevano Paolo e Giovanni: abbiamo bisogno di verificarci continuamente nella fedeltà dopo aver riconsiderato ancora una volta la verità della Incarnazione del Figlio di Dio come abbiamo fatto a Natale!
Dobbiamo domandarci per esempio qual è il nostro atteggiamento di fronte alla vita soprannaturale o di Grazia che l’Incarnazione ci ha donato: ci sta a cuore la vita di Grazia o non suscita più tanto interesse nella mia attenzione e nelle mie scelte?
Se Cristo è Luce…mi sta a cuore la conoscenza di Lui mediante la catechesi e l’istruzione religiosa, o la sua Parola non fa breccia nel mio tempo e nelle mie scelte?
Se Cristo è la norma di Vita, il mio comportamento morale fa riferimento a Lui o alle convenienze e alle maggioranze? è la Sua Verità che mi appassiona o sono le verità del facile e del comodo che mi “orientano”?
Domande un po’ inquietanti, come inquietante è la Verità! Interrogativi che costringono a misurare la consistenza della fede nei riguardi della vita che viviamo…
Con un augurio conclusivo: “Possa Egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati” (Ef.1,18)
Perché l’esperienza del Natale non sia stata inutile…