“Leggendole ho sentito chiaramente il palpitare di un’anima bellissima” commenta Durasov, che aggiunge: “Ho capito subito che ero obbligato a tradurre la storia, la vita, i sentimenti e le passioni di questa incredibile poetessa”. Secondo Durasov, l’opera Antonia Pozzi verrà apprezzata soprattutto da lettori particolarmente sensibili alla vita interiore. Sono liriche spesso “strazianti e simbolo di grande sofferenza”, che piacciono perché mettono a nudo angoli profondi dell’anima che albergano sicuramente in misura minore in ciascuno di noi. Il genio della Pozzi piace ed è proprio questa la ragione che ha spinto lo scrittore russo a tradurle. “L’edizione russa non è rivolta ai ‘buongustai’ letterari a bensì alle persone che cercano nella vita, in tutte le sue forme, la verità, la purezza e la bellezza reale”.
Tra l l’ambiente del primo Novecento in cui ha vissuto Antonia Pozzi e la Russia del 2014, osserva Durasov – esistono punti in comune sotto l’ottica sociale e politica. Anzi alcuni aspetti hanno attraversato la vita russa nei secoli e rimangono validi anche oggi: “Sia le correnti, sia i regimi novecenteschi di estrema destra hanno utilizzato sempre i concetti propagandistici della ‘patria’ e della ‘nazione’ ritenendoli valori assoluti, mistici, nel caso di Antonia, di una ragazza cresciuta nell’atmosfera della propaganda fascista, la figlia di un gerarca, di un reduce della guerra, nell’aria dei ricordi della guerra, del patriottismo militante, noi possiamo seguire un processo molto interessante ed emozionante".
Anche in Russia, all’epoca, lo stato: “Monopolizzava il concetto della ‘patria’, trattandolo sotto gli aspetti dell’ubbidienza alla corrente forma di Potere (lo Zar, l’Impero euroasiatico, il Partito comunista, il Duce) identificatasi con la patria come il suo centro e simbolo, nonché dell’incessante allarme militare".
Da secoli e secoli, prosegue il letterato:"Nelle ideologie russe il concetto della patria e l’idea della minaccia esterna sono sempre stati legati.” Antonia Pozzi può entrare a far parte della realtà Russa: “In questa situazione morale, la poesia e la stessa anima di Antonia, fiammante di affetto, di amore per la sua terra, ci dà un’alternativa viva, brillante, un esempio infinitamente prezioso.” Ed è proprio su Antonia Pozzi e la sua poesia che Sergej si lascia andare, definendo Antonia una persona sincera e piena di sentimenti “santi e puri”.
“Non so come, ma le anime umane si trovano e si riconoscono attraverso tutti gli ostacoli dello spazio e del tempo. Questo non dipende dalla lingua. In certo senso Antonia l’ho conosciuta prima di tradurla tanto, l’ho amata dai primissimi sguardi ai versi il cui senso non era ancora a me assolutamente chiaro"…
"E sono felice vedendo che i lettori della sua poesia riconoscono in Antonia la loro amica, sorella, confidente grazie a qualche poesia tradotta da me. Sono felice di sapere che la vita di Antonia continua nelle nuove vite, nella nuova lingua, nella nuova terra che, spero, lei amerà come una parte della sua Patria universale e assoluta, talmente da lei cercata e amata negli anni delle ostilità e dell’ odio. Per me questo è un rimedio contro tutto il mio pessimismo, un’immagine viva della speranza. La nostra Patria umana, così bella nelle sue varie espressioni, così amata, come l’ama la poesia vera, credo, non sarà perduta mai” conclude Sergej Durasov.
>>> INTERVISTA INTEGRALE in PDF