"La proposta di far aderire la Lombardia o parti di essa alla Svizzera – scrive oggi Dadati -, trasformandola in un cantone elvetico è da prendere sul serio, perché o l’Italia cambia veramente oppure ci sono due strade: andarsene a livello individuale, come stanno facendo molte persone ed aziende in misura crescente, oppure staccarsi e aderire ad un’altra nazione". Il politico lecchese conclude così: "Diciamo che siamo in una situazione "pre disintegrazione jugoslava". con tutto quanto ne consegue".
Dadati commenta successivamente alla pubblicazione delle prime dichiarazioni: "Il punto centrale non è tanto l’adesione alla Svizzera, quanto la denuncia di una situazione insostenibile che porta con se spinte alla disgregazione. Denuncio la latitanza del Governo e della classe dirigente dell’Italia che di fronte all’abbandono del nostro Paese da parte della più grande azienda manifatturiera, la FIAT, fa spallucce e non fa alcuna autocritica, non mette in campo alcun intervento per rendere attrattiva l’Italia per aziende e lavoratori. Il mio è un appello a che non succeda come in Jugoslavia, dove le volontà di indipendenza da uno Stato centrale sentito come imposizione e non come scelta hanno portato a guerre sanguinose, solo pochi anni fa a pochi chilometri dal nostro confine".
Insomma, Pietro Caverio con il suo progetto di "Cantone valsassinese" inizia a raccogliere consensi. Non solo popolari.