Sta entrando nella fase della maturità Matteo Grattarola, quest’anno e il prossimo potevano essere quelli delle grandi soddisfazioni a livello mondiale. Il tricolore sempre più in alto a scalare le classifiche del trial indoor ed outdoor, ma la federazione non sembra voler supportare il campione valsassinese come peraltro ha sempre fatto e come – diciamocelo tra appassionati – gli spetterebbe.
Le trasferte all’estero costano tra i tredici e i quindicimila euro, pagando anche il meccanico al seguito. La federazione accampa che non vi sono più fondi. Spiazza sentire simili argomentazioni visto che di campioni all’altezza di Grattarola nel panorama nazionale ce n’è uno solo, cioè lui. E ancora più intelligibile se si pensa che l’Italia ha una responsabilità storica avendo ospitato nel 1975 la prima prova del nascente Campionato mondiale.
Stasera ad Assago, in occasione del GP d’Italia del Campionato Mondiale X-Trial, Grattarola vedrà il presidente della federazione il bergamasco Paolo Sesti. Un incontro importante per capire se la sua carriera mondiale verrà stoppata o potrà continuare in crescendo come è successo in tutti questi ultimi anni. Chiederà anche il rispetto di un impegno preso a inizio della scorsa stagione, quando la federazione gli aveva richiesto di salire nel ranking internazionale dal decimo all’ottavo posto per continuare a supportarlo negli anni successivi. Grattarola ha fatto di meglio arrivando sesto nelle prove indoor e settimo in quelle outdoor.
"Rischio già di saltare le due prime prove in Australia e Giappone, perché le moto vengono spedite dal produttore via nave alcuni mesi prima" ci dice Matteo, preoccupato per il campionato 2014. Nel frattempo, lui e la sua famiglia cercano di trovare sponsor intenzionati a sfruttare la visibilità, ma anche la spettacolarità di uno sport che già nel nome parla di sfida, di abilità a superare ostacoli davvero difficili.