DON PINO COMMENTA LA LITURGIA DELLA 2a DOMENICA DI PASQUA



“Abbiamo contemplato o Dio le meraviglie del tuo amore”: la Pasqua dunque, la più grande meraviglia compiuta dall’Amore di Dio per salvare l’uomo! Ha ragione Pietro di proclamare: “Nella sua grande misericordia, Egli ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti…”

C’è da augurarsi che sia stata così la nostra Pasqua!

Se non che tra tanti motivi di gioia e di meraviglia, è sempre possibile, anzi probabile, la presenza di un Tommaso che pretende non solo di vedere, ma anche di “toccare”, cioè di ridurre la Risurrezione di Cristo a livello delle proprie esigenze o curiosità…o sensazioni, svuotandola così della Presenza del Risorto…, appunto perché piena di sé…

La Pasqua sfida l’uomo di oggi bloccato dalla logica del vedere, toccare, pesare, misurare, analizzare, calcolare; la Pasqua inchioda l’uomo al suo limite e lo obbliga a prendere atto che Dio si scopre nel silenzio, nello stupore, nell’amore, nella fede…

All’uomo di oggi, novello Tommaso, il mistero gli è estraneo, oggetto di sospetto e perfino di derisione…

E così la vita si impoverisce…L’uomo ossessionato dall’avere, dal godere, dal produrre, dal consumare…non riesce più a scoprire il Risorto e così…affannato a migliorare il tenore di vita, non riesce più a scoprire il senso della vita…

E ancora oggi il Risorto accetta la sfida dell’uomo: “Metti qua il tuo dito…guarda…stendi…metti la mano…”

E Tommaso, sconfitto sul suo terreno…(e con lui ognuno di noi!): “Mio Signore e mio Dio”! L’apparente sconfitta

, uno è una vittoria, l’umiliazione è grandezza, la fede è anche intelligenza!

Per cui: “Beati quelli che pur non avendo visto…crederanno”!

La Pasqua è la beatitudine dei credenti! E quando si crede così, allora si rinnova la splendida testimonianza dei primi cristiani, diventati testimoni: “assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del Pane e nella preghiera”! Insieme i credenti diventano oggi chiesa del Risorto…

Tommaso è buon compagno di viaggio: uno come noi, uno che non c’era, uno che non cade subito in ginocchioche resiste, uno che non si arrende, uno che sfida la pazienza di Dio, uno che però alla fine scopre il gesto giusto e trova le parole più semplici per dire la cosa più grande: “Mio Signore e mio Dio”.

Sarebbe la più vera e la più splendida Pasqua. Si intende: per noi!

 

 

 

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