BARZIO, IL CASO SORCA’ COSTA AL COMUNE OLTRE CINQUANTAMILA EURO



E’ una vicenda che per certi versi richiama Kafka, le storie di mala burocrazia ma che ha anche precise responsabilità – acclarate da una sentenza del Consiglio di Stato, non di un Giudice di Pace qualunque. E che deve la sua conclusione all’ostinata forza di volontà, all’energia e ad un bel po’ di soldi spesi per portare avanti le sue ragioni da parte di un barziese, M. G., che ha avuto il coraggio e la determinazione di andare fino in fondo.

Ma partiamo dall’inizio: siamo nel 2002 quando il Comune di Barzio rilascia ad una famiglia milanese la concessione per realizzare una villa in località Sorcà (due piani fuori terra, due box eccetera). Un’abitazione che secondo il vicino di casa (residente) violava le regole del Piano Regolatore per dimensioni, distanze ed altro. M. G. fa ricorso al TAR nel 2004 e lo perde l’anno successivo. La villa incombe sulla sua proprietà, ma lui non se la mette via e decide di andare avanti, sostenendo sforzi notevoli e arrivando per l’appunto fino al Consiglio di Stato, patrocinato dal noto avvocato con studio a Lecco Vito Zotti.

Siamo nel 2006. A distanza di ben otto anni ecco il colpo di scena: la nuova sentenza dà ragione alla richiesta di riforma della prima, accogliendo l’appello del barziese e annullando le concessioni edilizie. Un provvedimento che di fatto rende la proprietà della famosa villa inutile (salvo accordi che potranno forse intervenire in futuro). L’abitazione non può essere occupata ma soprattutto come detto è priva di concessione edilizia – ma questo è in parte un fatto "privato" ed è questione che rileva relativamente.

Molto più importante per il paese, a lato di questo, il fatto che a sostenere le spese legali ammontanti a oltre 50mila euro sia il Comune di Barzio – che aveva già stanziato buona parte della cifra in bilanci precedenti. La somma è però notevole e grava su un paese già in difficoltà finanziarie. E non è detto che sia finita qui.

Nel tempo, l’amministrazione comunale ha deciso prima di dare quella concessione edilizia, poi di resistere in giudizio. Ora lo stesso Comune (ma con protagonisti diversi) se la deve vedere per gli ultimi seimila dei 53mila euro complessivi e poi ancora sarà da capire come potrà finire la controversia – se ad esempio i proprietari dell’immobile decideranno di rivalersi contro il municipio che aveva dato loro la famosa concessione, ritrovandosi oggi ad avere speso un sacco di soldi per un bene che non possono utilizzare.

Una brutta storia, sulla quale in paese già girano voci e polemiche feroci. Anche perché una delle due liste in competizione domenica vede presente un ex consigliere di quell’amministrazione.
 

 

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