Vabbè, i ragazzi sono "freschi", Airoldi e i suoi si sono appena insediati, la partita è complicata e magari loro – i nuovi "governanti" di Introbio – non ne sanno granché. Ma è davvero strano che in questa importante occasione andata in scena un mese circa dopo le elezioni comunali i due rappresentanti dell’amministrazione valsassinese (il vicesindaco Artusi e il tecnico Vitali) non abbiano fatto cenno ad un aspetto di importanza palese e capitale. Ovvero alla sentenza, attesa per il prossimo 4 dicembre, del Tribunale delle Acque di Roma presso il quale pende un ricorso avanzato proprio dal Comune di Introbio avverso la concessione della captazione ad uso idroelettrico sul Troggia tra la Bocca di Biandino e Acquatorcia. Il ricorso peraltro è contro un provvedimento con cui la stessa Provincia di Lecco ha concesso la derivazione alla società "Energia Valsassinese Srl".
In pratica, al tavolo provinciale si sono seduti un po’ tutti i protagonisti della vicenda, per discutere di una vicenda sulla quale pesa come una spada di Damocle quel giudizio romano che a mesi avrà un valore rilevantissimo. Hanno dibattuto tra gli altri (oltre a Provincia e Comune introbiese) la stessa società interessata alla captazione, la Comunità Montana, Regione e Soprintendenza per i beni culturali (che ha inviato un ampio parere negativo) e ancora ARPA, ENEL, Norda e la Bregaglio. Tutti variamente coinvolti e in grado di esprimere pareri di genere diverso, spesso discordanti, fino al rinvio della conferenza a data da destinarsi, dopo gli approfondimenti del caso sul possibile spostamento della presa al di fuori del delicato geosito della Bocca di Biandino.
Ma in nessun modo il famoso ricorso – noto comunque alla gran parte dei presenti, almeno tre dei quali direttamente interessati – è comparso nella discussione.
Strano.
Tenere fuori questo tema è appunto quantomeno originale. Una dimenticanza? Difficile crederlo. Una scelta? Ma allora a che pro? Una strategia, forse? Se fosse, a noi che non viviamo di burocrazia e incartamenti, di leggi e leggine, di tattiche e quant’altro, sfuggono obiettivi e opportunità. Di certo, nel frattempo la Provincia potrebbe riconvocare la Conferenza dei servizi PRIMA del fatidico 4 dicembre, dunque anticipando il giudizio del Tribunale romano.
Chi ha a cuore Biandino e la sua meravigliosa cascata non si augura che questo avvenga – anche se la probabilità che la centrale idroelettrica parta rapidamente appare remota. Ma in Italia, si sa, può succedere un po’ di tutto quando si mettono all’opera contemporaneamente politica e burocrazia, profitti e interessi vari.
Questo giornale comunque garantirà sempre il massimo impegno per tenere "monitorata" la situazione – da qul a dicembre e ancora oltre.