Aveva 77 anni Giovanni Arrigoni ed era un legale come il padre Luigi. In paese si faceva riferimento a loro proprio come ‘gli avvocati’. Giovanni era un penalista, il lavoro come passione, come pure la montagna. Soprattutto quella tra le più belle in Italia come la val Biandino dove la famiglia possiede una baita. E per questo non si è mai sottratto alle battaglie legate alla conservazione di questi luoghi, ma pure alla posisbilità di frequentarli agevolmente. RIcordiamo infatti come si oppose al secondo acquedotto della Norda, come pure il vantato pedaggio da parte della famiglia Bregaglio proprietaria della strada che percorre la valle incantata che si trova nel territorio introbiese.Giovanni Arrigoni a Introbio era conosciuto e stimato, alcuni ricordano anche il suo breve passaggio tra i banchi del cosiglio comunale alcuni decenni fa.

Da tempo era gravemente malato, aggredito dal tumore contro il quale ha fieramente combattuto. E’ spirato stamane intorno a mezzogiorno nella propria casa nell’affetto della moglie Roberta Cerati, figlia di Mario il noto comandante partigiano "Romolo".

Lascia la consorte e quattro nipoti. "Era un altruista e generoso. A chiunque chiedesse consiglio, non si sottraeva. Anche nella malattia non si è mai lamentato di ciò che stava patendo", ricorda con affetto la vedova. In effetti chi ha conosciuto Arrigoni è rimasto impressionato per la sua determinazione e la brillantezza nel procedere, il tutto con una disarmante umiltà".

I funerali di Arrigoni si terranno lunedì prossimo alle 15 nella chiesa d’Introbio.