INTERVISTA A SIGNORELLI: ”AUSPICABILE RIDUZIONE DELLE CENTRALI ELETTRICHE”



Carlo Signorelli a domande risponde. E quando gli chiediamo lumi sull’atteggiamento verso le discusse captazioni idriche a favore di centrali idroelettriche, cita Il Piano di bacino idrico provinciale. E parla di "possibilità di negare nuove concessioni" aggiungendo che "Il tutto dovrebbe portare auspicabilmente a una riduzione delle derivazioni nei prossimi anni". Ecco l’intervista rilasciata a VN dal nuovo presidente della CM:

Signorelli, cosa cambierà con lei rispetto alla gestione Denti?
E’ un Direttivo che parte da una investitura Assembleare quasi totalitaria il che ci responsabilizza molto ma ci permetterà probabilmente di lavorare con meno strumentalizzazioni o condizionamenti politici. Le linee programmatiche depositate e illustrate lunedì sera sono il frutto di un paziente lavoro di assemblaggio condivise con il Vicepresidente e con molti sindaci.

Come giudica l’assenza l’altra sera al voto dei sindaci di Casargo e Crandola?
Da anni non si vedevano assemblee così affollate e questo è un fatto che giudico molto positivo. Ho parlato con il Sindaco di Crandola che era assente per ferie e mi ha inviato una nota di adesione alla mia candidatura e di apprezzamento per le linee programmatiche. Casargo non rientrava tra i comuni contattati direttamente da me. Comunque le nostre attività Amministrative, d’ora in poi, riguarderanno l’interesse generale di tutta la Comunità.

Sul fronte delle mini centrali idroelettriche lei ha parlato di "un tavolo che punti a una futura riduzione degli impianti di captazione e produzione energetica". "Futura" significa che quelli attuali e in particolare quelli "in discussione" vanno avanti così?
Il Piano di bacino idrico provinciale permetterà una programmazione per il futuro con possibilità di negare nuove concessioni o il rinnovo di quelle che scadranno sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche e di una programmazione territoriale che non è stata mai fatta. Quanto alle richieste di concessione in corso saranno i comuni, invitati alle Conferenze dei servizi, a dover evidenziare tutte le criticità, come già avvenuto recentemente per il progetto della Val Marcia. Il tutto dovrebbe portare auspicabilmente a una riduzione delle derivazioni nei prossimi anni.

Tra 18 mesi potrebbe essere avvicendato: in un anno e mezzo cosa si può fare?
Si potrà lavorare nel segno della continuità, avanzare nuove proposte e creare le condizioni perchè il lavoro continui fino al 2019 con le opportune alternanze, legate anche all’esito del voto negli otto comuni che rinnovano le amministrazioni tra oggi e la primavera 2016 tra cui Bellano e Colico.

L’unione dei Comuni di Centro Valle si sta sfasciando; come vede unioni, gestioni dei servizi e la stessa CM in questa partita?
Le gestioni associate costituiscono un impegno della Comunità Montana da cui dipenderà anche l’entità dei finanziamenti regionali nei prossimi anni. Identificheremo un assessore con una delega specifica sulle gestioni associate e faremo un censimento e un programma di azioni a breve termine.

Anche lei auspica la fusione tra Comuni, nel territorio della CM e in generale?

E’ una delle possibilità che l’attuale normativa prevede per i piccoli comuni (le altre sono le Gestioni associate e le Unioni). Le proposte devono però venire dai Sindaci e passare attraverso un referendum popolare consultivo dal cui esiti dipenderanno le scelte definitive, come già avvenuto la scorsa primavera per Verderio e altri piccoli comuni lombardi. Credo che nei prossimi anni potrebbero emergere proposte in questa direzione da studiare come opportunità anche di sviluppo per alcune realtà geograficamente contigue.

Come far cambiare idea alla gente "comune" che giudica i vari enti (CM compresa) inutili, dispendiosi e troppo politicizzati?
E’ una domanda da rivolgere a chi sta riformando l’architettura istituzionale del nostro Paese. Nella nostra Comunità Montana l’accordo sancito con la stesura del documento programmatico è a mio avviso un segno tangibile di una precisa assunzione di responsabilità da parte della politica in nome di quel buon governo che i cittadini chiedono a coloro che hanno l’onere, ma aggiungo pure l’avvincente compito, di affrontare le difficili sfide dell’oggi sapendo delineare efficaci strategie per il domani 

 

 

 

 

 

 

 

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