Ormai è cosa nota che il federalismo fiscale si regga sui comuni definiti turistici, ai quali, grazie al tesoretto delle seconde case, spetta il compito di rimpinguare le casse del "Fondo di solidarietà". Fondo che poi viene redistribuito a comuni con minori entrate fiscali. Nello schema valsassinese i Comuni dell’Altopiano partecipano al fondo con circa 4 milioni di euro. Di una simile cifra beneficiano invece i comuni di fondo valle, alta valle e valvarrone.
Il consiglio comunale di Cremeno ha così dovuto prendere atto – a settembre – del milione e trecento mila euro che lo Stato tratterrà dalle imposte municipali. Nel 2013 l’erario chiese un milione circa; nel 2014 la richiesta è aumentata di 300.000 euro.
La giunta ha di conseguenza deciso di alzare alcune le aliquote Imu. Nello specifico l’aliquota sulla propietà immobiliare delle seconde case passa da 8,6 a 9,1; restano invariati i parametri per le altre categorie.
Per distribuire il peso di questa situazione in modo equanime l’amministrazone ha anche modificato l’addizionale Irpef. Esenti i redditi fino a 15.000 €; dai 15 ai 28.000 € è attribuita l’aliquota dello 0,4; lo 0,6 spetta ai redditi tra 28 e 60.000 €; sopra i 60.000 euro annui il tasso è 0,8.
Le manovre sono state accolte col solo voto favorevole dei consiglieri di maggioranza, è anche vero che le minoranze hanno espresso solidarietà al sindaco riconoscendo alle imposizioni statali la responsabilità dei provvedimenti .
Nella stessa seduta
Pier Luigi Invernizzi ha annunciato che, a causa della situazione indefinita dell’ente
Provincia, il comune di Cremeno non riceverà da villa Locatelli né i 55 mila euro previsti per gli interventi alle "capannine" né i 20 mila a sostegno della reaizzazione dei nuovi marciapiedi.
Ma la vicenda raggiunge i limiti dell’incredibile se si considera che al comune di Cremeno spetta risolvere anche il problema della voragine creatasi sul bivio della strada provinciale. La cifra necessaria si aggira attorno ai 500 mila euro.
La Regione avrebbe a disposizione 200 mila euro che arriverebbero a novembre ma se ne potrà beneficiare solo se il comune riuscirà a mettere sul piatto il 20%, quindi 40 mila euro.
Ebbene, nelle sue casse Cremeno vanta un avanzo di bilancio di 600 mila euro ma quei soldi non possono essere toccati per il patto di stabilità. L’unico modo per recuperare i 40.000 è ottenere un anticipo da qualche istituto bancario (anticipo che poi comunque il pubblico dovrà rimborsare con gli interessi) e questa è la direzione in cui si stanno muovendo il sindaco Pier Luigi Invernizzi e il vice Luigi Carissimi.
"Il prefetto Antonia Bellomo si sta adoperando al massimo dei suoi mezzi. Ci ha permesso di incontrare tutti i referenti politici locali negli enti superiori e pure le due comunità montane lecchesi. Anche in regione Daniele Nava si è mostrato una sponda importante, ma le leggi dello Stato sono quello e non possiamo fare molto di più" afferma il vicesindaco.
Luigi Carissimi rivela inoltre che "E’ stato sconsolante scoprire che certe figure istituzonali non conoscessero nemmeno l’esistenza del fondo di solidarietà e quindi le sue problematiche. Mi auguro che il nostro incontro possa esser servito a qualcosa anche in questo aspetto più generale".
"Se troveremo i 40 mila euro allora la Regione sbloccherà i 200 mila e con questa copertura finanziaria potremo avviare le pratiche per assegnare il bando e avviare i lavori. Il progetto è prontissimo, l’ingegnere Angelo Valsecchi in provincia a metà agosto aveva già predisposto tutto". Spiega il primo cittadino.
I lavori prevedono il prolungamento del tombotto da quello costriuto dopo la frana del ’96 (che ha retto) sino al parco giochi, mentre in superficie la viabilità è stata ripensata con l’inserimento di una rotatoria.
"Il problema non è solo di Cremeno ma dell’intero altopiano – si sfoga il sindaco Invernizzi -. La collaborazione non ci è mancata ma siamo tutti vincolati dal patto di stabilità e soprattutto dal fondo di solidarietà. Pensare che lo Stato possa privarci di ben 4 milioni di euro e, oltre a costringerci a limitare i servizi ai cittadini, impedirci di intervenire nella sistemazione di un’emergenza come la voragine mi indigna".
Da qui la decisione di indire un’assemblea pubblica il prossimo venerdì in villa Carnevali. "La cittadinanza deve sapere cosa sta succedendo. I sindaci fanno gli esattori per conto terzi: aumentiamo le tasse ma non possiamo usufruire di quel denaro per fornire servizi ai nostri cittadini".