AD INTROBIO NON SI FERMA L’EMORRAGIA: CHIUDONO ALTRE ATTIVITÀ COMMERCIALI



Almeno per quanto riguarda la storica cartoleria Visibilia in centro al paese, la merceria intimo Romy–Streamer nella strettoia e il negozio di abbigliamento (aperto da qualche anno) Bianconiglio. Le motivazioni di due degli esercenti (Dani della cartoleria e Noemi del negozio abbigliamento per bambini) sono basate sul calo delle vendite, le troppe tasse e la mancanza di incentivi negli ultimi anni da parte dello Stato per continuare con le loro attività.

"E’ con profonda amarezza che ho deciso di terminare qui la mia avventura – ha spiegato Dani titolare della cartoleria aperta nel 1999 – Sono costretta a chiudere perché la situazione è insostenibile”. A decidere sul da farsi, in definitiva, è stata l’evidenza di quei conti a fine mese che non tornano mai e che hanno avuto la meglio sul desiderio di tener duro e andare avanti. Eppure, il servizio che la cartoleria offre a studenti e genitori è molto importante durante l’anno scolastico, ma questo non è stato sufficiente per far cambiare idea alla proprietaria.

"I consumi sono calati molto, la crisi morde, e si sente. Poi ci sono le tasse (troppe) da pagare e i servizi in cambio delle imposte sono sempre meno" spiega Dani.

La chiusura annunciata dei tre negozi introbiesi va adaggiungersi a quelli chiusi di recente in centro al paese (erboristeria, negozio di abbigliamento, pescheria, negozio di giocattoli )

Sulla questione "vivere Introbio" settimana scorsa in consiglio comunale  era nato uno scambio di punti di vista tra il sindaco Airoldi e il consigliere di minoranza (lista Noi con voi per Introbio) Riccardo Acquistapace riguardo le tasse (si parlava dell’aumento dell’addizionale Irpef che secondo i calcoli di Acquistapace porterà a pagare agli introbiesi 40 euro in più all’anno).

Acquistapace sosteneva che intervenire con aumenti delle aliquote delle imposte rappresentasse un limite per il futuro e non avrebbe aiutato a migliorare la situazione perché gli introbiesi si sarebbero trovati con meno soldi nelle tasche e questo avrebbe provocato un calo nei consumi, L’ottimista Airoldi a suo tempo ha spiegato che l’idea della sua amministrazione era quella di far tornare gli introbiesi in paese e per questo non serve soltanto mirare sull’aspetto tributario, “serve anche far crescere determinati servizi, la pulizia del paese, nuove strutture e infrastrutture”

In definitiva, da quanto risulta nemmeno le istituzioni possono fare qualcosa per fermare l’emorragia delle chiusure dei piccoli negozi, e dire che l’argomento era stato ampiamente trattato durante la campagna elettorale, visto che il sostegno al commercianti locali era presente nei programmi.

La lista di Airoldi parlava di “turismo innovativo vivo durante tutto l’anno e in grado di offrire al commercio un supporto concreto” mentre Noi con Voi per Introbio parlava di sostegno si ma all’apertura di nuove attività commerciali mediante contributi a fondo perso e riduzione della tassazione comunale (per i nuovi negozi, non per quelli già presenti) e collaborazione con l’associazione dei commercianti per il supporto ad attività promozionali.

Sostegno e incentivi per le attività commerciali erano proposti anche della lista Aria Nuova che candidava Fabio Brini come primo cittadino. La questione però è che in meno di quattro mesi tre negozi chiuderanno i battenti ed Introbio perderà ancora una volta "dei pezzi": al di là delle proposte elettorali, cosa possono fare di concreto le istituzioni per evitare che questo disagio continui a ripetersi?

Non molto sicuramente come Comune ma almeno un segnale dovrebbe arrivare da quelle parti, segnale atteso da molti.

 

 

 

 

 

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