Scossa l’opinione pubblica, non solo la comunità cattolica, nel paese dell’Altopiano. Il maleodorante insulto alla chiesa locale è stato compiuto in realtà prima del blitz vandalico alla Via Crucis, ma finora se ne sussurrava soltanto. Adesso arrivano conferme e la vicenda assume connotati diversi e peggiori. Risponde insomma al vero – purtroppo – che qualcuno ha lasciato escrementi umani all’interno del bell’edificio di culto a pochi passi dalla centralissima piazza Garibaldi. La chiesa di Sant’Alessandro Martire offesa gravemente da qualcuno che, nella migliore delle ipotesi, si può definire sconsiderato, poi a distanza di giorni tre pesanti croci strappate e gettate a terra sul percorso della Via Crucis accanto alla Madonna di Lourdes e al cimitero del paese, altro "cuore" della fede barziese.
Impossibile non mettere in relazione i due gravi episodi, avvenuti nell’arco di una manciata di giorni. E nelle strade e nei bar del posto si è scatenata la caccia alla "motivazione" (se mai ce ne possono essere) oltre che al sacrilego autore, solitario o in compagnia, di questi atti vandalici e blasfemi.
Ipotesi prevalente quella di un pazzo, uno scriteriato che per motivi incomprensibili ai più se la prende con simboli della religione. Ma non manca anche chi, un po’ più "dietrologicamente", intravede nei due gesti una sorta di minaccia o ancora di ritorsione verso gli ambienti ecclesiali: "Una vendetta contro il prete o la chiesa", mormora qualcuno. Certo, al momento si possono solo immaginare i perché e qualcuno alza la voce a sua volta minacciando di "dare una lezione" a chi si è macchiato di tanta vergogna.
Dell’assalto alla Via Crucis sono stati informati i carabinieri; l’osceno sfregio alla chiesa sembra essere stato tenuto un po’ più chiuso nel riserbo, ma entrambi i casi appaiono meritevoli di approfondimenti e indagini. Indipendentemente da come la si pensi, dall’essere più o meno devoti, quanto avvenuto nelle ultime settimane ha scosso un paese che si sente offeso, nel suo complesso.
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