ROGO DEL CICLAMINO/COLPO DI SCENA: PER L’ACCUSA NON È STATO OMICIDIO



Roberto Floreano, il marito della vittima con la quale gestiva la pizzeria bruciata e Maurizio Beri, l’uomo che vendette ed installò la stufa considerata all’origine dell’incendio, non possono essere condannati per omicidio colposo "poiché si è interrotto il nesso causale tra l’incendio stesso ed il decesso della donna", ha affermato nella sua requisitoria il VPO Mattia Mascaro. In pratica, una volta scattato l’allarme, tutti si precipitarono fuori dall’edificio che ospitava la pizzeria – compresi Roberto Floreano e Rosa Invernizzi. Ma quest’ultima aveva deciso successivamente di rientrare nel locale, forse per prelevare soldi o qualche oggetto personale che sarebbe andato distrutto dalle fiamme.

Circostanza questa confermata da un testimone, che ha ricordato in aula di aver visto Rosa Invernizzi ferma sull’ingresso della pizzeria per poi scomparire all’interno dell’edificio – dal quale non uscì più: morì uccisada un mix letale di fumo e calore. Per l’accusa sembra di capire che la donna abbia messo in atto di spontanea volontà un comportamento che le costò la vita: "Se fosse rimasta all’esterno come tutti gli altri si sarebbe salvara" ha argomentato Mascaro.

Conseguenza logica, Floreano e Beri non devono essere ritenuti responsabili di questo. L’accusa ha chiesto comunque otto mesi per entrambi per il secondo e meno grave capo d’imputazione, quello di incendio colposo – una richiesta alla quale si sono associate le parti civili, costituite dai figli della coppia Chiara e Daniele e dall’avvocato Fabrizio Consoloni, legale dell’immobiliare Magiga spa, proprietaria dello stabile, che ha chiesto un risarcimento di 670mila euro.

Il processo è stato aggiornato al 20 gennaio 2015 per le arringhe delle difese e la sentenza.


TUTTO L’ARCHIVIO DI VN SUL CASO DEL "CICLAMINO"

ROGO DEL CICLAMINO/COLPO DI SCENA:
PER L’ACCUSA NON È STATO OMICIDIO

Scritto da: Redazione cronaca – 03/12/2014

Responsabili dell’incendio che distrusse l’edificio e nel quale perì Rosa Invernizzi, ma non colpevoli per la morte della donna: queste le conclusioni dell’accusa al processo per il rogo della pizzeria «Ciclamino park» di Crandola avvenuto il 19 dicembre del 2010.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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