Antonia Pozzi potrebbe entrare nell’era tecnologica se il progetto presentato in Regione Lombardia e a Unioncamere per implementare il percorso pasturese che porta il suo nome andrà in porto. La novità “tecnologica” permetterebbe ai visitatori del percorso “Pozzi” tramite una specifica applicazione di visualizzare su tablet o smartphone, fotografie, filmati e versi poetici ad ogni “stazione” del tragitto che per le strade di Pasturo racconta la vita della poetessa.
Il progetto è stato presentato dal Comune di Pasturo insieme a Marco Ongania (regista con Sabrina Bonaiti del film “Il cielo in me”). A proposito di film, questa primavera ci dovrebbe essere la presentazione dell’ultima pellicola (la terza) ispirata alla poetessa dal titolo “Antonia” con la regia di Cito Filomarino.
Per quanto riguarda la “questione Pozzi" e i documenti acquisiti dal centro internazionale dell’Insubria, il sindaco Guido Agostoni ha spiegato a Valsassinanews che la sua intenzione era quella di “far rimanere a Pasturo i manoscritti di Antonia, ma questo non è stato possibile”.
Agostoni ha detto che “la decisione di concedere all’Università dell’Insubria di Varese l’archivio custodito nella casa (di proprietà della congregazione delle suore) è stato preso dalle stesse suore e ovviamente in questo caso il Comune non può intervenire".
"Come Comune mi sono messo subito in contatto con l’Università, in particolare col professor Fabio Minazzi, direttore scientifico, per creare da subito un collegamento e per far si che anche questo legame con l’università diventasse un’opportunità ulteriore per Pasturo e non semplicemente una perdita” spiega Agostoni.
La risposta di Minazzi è stata positiva, il professore si è reso disponibile a studiare tutte le più diverse forme di collaborazione istituzionale tra il Comune e l’Ateneo per consentire di valorizzare sempre di più la presenza della Pozzi a Pasturo. Il primo cittadino del Comune valsassinese ha anche aggiunto che “da oltre un anno casa Pozzi è chiusa al pubblico” e che “quest’estate non sono state ospiti neppure le suore che da diversi anni venivano per qualche giorno in vacanza”.