MIGRANTI A MAGGIO, INVERNIZZI A TESTA BASSA CONTRO PREFETTURA E MINISTERO



Dibattito scatenato un paio di giorni fa da una pesante lettera firmata da "un Gruppo di Cittadini di Maggio" ma che non si è mai sopito. E sotto le braci cova un fuoco, pericoloso perché malamente originato tra incomprensioni, pressioni, polemiche, gestioni poco accorte a vari livelli. Ne parla diffusamente uno dei protagonisti della vicenda ovevro il primo cittadino del Comune di Cremeno Pier Luigi Invernizzi. Ecco il suo lungo intervento in materia:
 

In relazione al dibattito scaturito sui Social Network a seguito della pubblicazione della lettera inviata  da parte dei cittadini residenti nella frazione di  Maggio a Valsassina News, mi sembra doveroso una volta per tutte chiarire la posizione dell’Amministrazione Comunale di Cremeno chiamata in causa per la presenza degli immigrati  presso la “Casa di soggiorno estivo Artigianelli”.

A prescindere dalle considerazioni personali relative alla condivisione o meno delle scelte effettuate da parte del Governo in merito all’azione umanitaria e all’opportunità di assistenza ai profughi, ritengo, in rappresentanza dell’Amministrazione  Comunale,  doveroso evidenziare e riscontrare che queste persone vivono generalmente in una situazione di disagio, acutizzata, in taluni casi, da vicende personali  ancor più gravi.  E’ altrettanto vero che, probabilmente, altri individui che si trovano in questa situazione e contesto ne approfittano a discapito delle persone  effettivamente bisognose.

 

Nel pieno rispetto di tutte le considerazioni emerse al riguardo e delle critiche avanzate circa l’accoglimento dei profughi, sottolineo come tale scelta non sia scaturita da una condivisione con l’Amministrazione Comunale, ma sia stata frutto di una esclusiva  decisione imposta dal Ministero, tramite l’Ufficio Territoriale di Governo.

 

L’Amministrazione Comunale non è stata mai  coinvolta  in alcun modo nelle fasi decisionali circa l’insediamento dei profughi sul territorio comunale. Solo a posteriori è venuta a conoscenza dell’aggiudicazione dell’appalto alla Cooperativa “Domus Caritatis” e sin da subito ha evidenziato a Sua eccellenza il Prefetto le sue perplessità derivanti non tanto da pregiudizi sul colore della pelle dei profughi (sia questa, nera,gialla, ecc.), quanto dal contesto in cui è ubicata la struttura in oggetto. In particolare, l’Amministrazione Comunale, considerata la densità abitativa presso la frazione, riteneva e ritiene tutt’ora tale scelta  non consona,  in primo luogo per la realtà della frazione di Maggio e del Comune, in secondo luogo per le esigenze degli immigrati, stante la carenza di servizi e strutture in loco adeguate e la difficoltà di integrazione e di inserimento.

Tali problematiche sono state altresì prontamente rappresentate anche ai Responsabili della Cooperativa. Sin dal primo incontro è stato evidenziato come, malgrado tale scelta non fosse stata condivisa  con  l’Amministrazione Comunale, non vi erano pregiudizi  precostituiti a condizione che tale convivenza non avesse sconvolto gli equilibri della frazione e che il numero dei profughi  fosse  contenuto in rapporto al contesto  territoriale.

Tale condizione con il trascorrere del tempo è sempre più venuta meno, considerato l’aumento delle presenze presso la struttura, passate dai 20 ospiti iniziali ai più di 80/90  immigrati attuali.

E’ vero che la “Domus Caritatis”, a prescindere dall’intervento assistenziale e umanitario, svolge un’attività remunerativa, cercando conseguentemente di impiegare a pieno regime le strutture adibite a tale scopo (con un ricavo di € 32,50 al giorno per immigrato), ma altrettanto vero che una presenza così  massiccia nella frazione e nel territorio comunale di questi giovani che cercano di impiegare le proprie giornate è “ingombrante” (considerazione che non muterebbe, anche se si trattasse di 90 giovani europei).

Altro aspetto significativo, oggetto di discussione, è quello del turismo. Al riguardo, è innegabile constatare quanto correttamente espresso dal giornalista Giampiero Goggi: la crisi generale del nostro territorio, è innegabilmente dovuta  ad altri fattori contingibili, ma certamente non è aiutata da queste condizioni.

Bisognerebbe anche chiedersi se ha senso dare un’assistenza in questi termini, senza dare  prospettive future certe di integrazione e di inserimento a queste persone, non mascherando il disagio con piccoli interventi palliativi. I problemi di inserimento lavorativo dei nostri giovani, come evidenziato da alcuni nei Social Network, non fanno altro che acutizzare il disagio sociale, in questo momento di crisi generale, dove le poche risorse disponibili vengono destinate ad altro.

Ciò che viene manifestato dai residenti è che il disagio non è dettato da principi xenofobi, ma dal rapporto profughi/abitanti, pertanto è intellettualmente disonesto far finta  di nulla.

Per quanto attiene alla mancanza di risposte istituzionali, evidenziata da Valsassina News, è doveroso precisare che tale mancanza certamente c’è, ma essa è imputabile esclusivamente all’Amministrazione Centrale  e non all’Amministrazione Locale, che si trova sua malgrado a gestire problematiche conseguenti a decisioni assunte  da altri.

Che se ne dica, la popolazione  di Maggio vive un disagio. E’ pertanto dovere del l’Amministrazione Comunale farsi carico del malessere emergente, cercando di trovare una soluzione consona all’interesse della  collettività,  nel rispetto della pacifica convivenza civile.

Il contesto di un paese quale è il nostro, dove tutti  si conoscono, da un lato offre  fortunatamente “una familiarità” tra i residenti, dall’altro lato, tuttavia, crea notevoli problemi nel caso di situazioni di cambiamento quale quella di specie. Ciò determina, pertanto, inevitabilmente, oggetto di discussione e di contrasto.

Come sostenuto da taluni, questa prospettiva di integrazione e multi etnicità potrebbe portare ad un arricchimento, ma nell’immediato è difficile intravedere tale prospettiva. L’unico aspetto positivo che si intravede è l’intervento umanitario a favore di persone bisognose maltrattate nei propri paesi di origine.

In considerazione di quanto  espresso, a seguito di attente valutazioni, l’Amministrazione Comunale ha comunicato con nota ufficiale a Sua eccellenza il Prefetto le problematiche contingenti sul centro di accoglienza immigrati “Artigianelli di Maggio”; ha chiesto la sospensione di  ulteriori invii di profughi e ha evidenziato altresì  che, essendo in  corso la nuova procedura di appalto per il reperimento di strutture da destinare ad accoglienza, l’Amministrazione Comunale  si dichiara non favorevole al prosieguo dell’iniziativa sul territorio comunale, stante le problematiche emerse.

IL SINDACO di Cremeno

Pier Luigi Invernizzi

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