Nel procedimento penale sono parti civili i figli della coppia Chiara e Daniele e l’immobiliare Magiga spa proprietaria dello stabile in Alta Valsassina. Nell’udienza precedente il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto per gli imputati otto mesi di reclusione per la sola imputazione di incendio colposo (non ritenendo provata la responsabilità penale per l’omicidio colposo). In attesa di sentenza sono Roberto Floreano, il marito della vittima con la quale gestiva il ristorante-pizzeria andato a fuoco e Maurizio Beri, l’uomo che aveva venduto e installato la stufa considerata all’origine dell’incendio,
Oggi l’avvocato Christian Malighetti ha pronunciato l’arringa in cui ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito (Beri) sostenendo che all’origine del rogo potrebbero esserci state altre cause (luminarie accese sopra l’edificio, problemi dell’impianto elettrico o ancora cenere forse gettata nella spazzatura vicino allo scarico della stufa poco prima dell’incendio). Nell’udienza del 3 marzo sarà il legale di Roberto Floreano Marcello Perilo ad intervenire prima della sentenza del giudice Salvatore Catalano.
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ROGO DEL CICLAMINO/COLPO DI SCENA:
PER L’ACCUSA NON È STATO OMICIDIO
Scritto da: Redazione cronaca – 02/12/2014
Responsabili dell’incendio che distrusse l’edificio e nel quale perì Rosa Invernizzi, ma non colpevoli per la morte della donna: queste le conclusioni dell’accusa al processo per il rogo della pizzeria «Ciclamino park» di Crandola avvenuto il 19 dicembre del 2010.