Manoscritti autografi, lettere, quaderni, fotografie e libri delle poetessa milanese, ma Valsassinese d’adozione, Antonia Pozzi prima conservati a Pasturo sono infine a Varese. Un grande e ricco patrimonio artistico di cui fino a poco tempo fa erano custodi le sorelle della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue è quindi nuovamente consultabile dagli interessati – e tra questi anche il primo cittadino di Pasturo Guido Agostoni (vedi foto a destra al Centro internazionale Insubrico).
L’importante collezione è stata presentata in 29 gennaio scorso nella neonata sede del Centro, inaugurata a fine 2014 nel Collegio Cattaneo, dentro il “cuore” del nuovo Campus di Bizzozero dell’Ateneo. Una breve cerimonia a cui non hanno voluto mancare alcune delle personalità maggiormente legate alla rifioritura della poesia Pozziana e tra questi il Rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, Alberto Coen Porisini; il Direttore scientifico del Centro Internazionale Insubrico, Fabio Minazzi; Suor Onorina Dino -studiosa della Pozzi e sua archivista storica; la dottoressa Graziella Bernabò; il professor Fulvio Papi e appunto il sindaco di Pasturo Guido Agostoni.
E’ lo stesso Fabio Minazzi che ha voluto illustrare le ragioni della donazione: «L’Archivio e la Biblioteca della nota poetessa Antonia Pozzi, sono stati di recente donati al Centro Internazionale Insubrico, in considerazione del fatto che in questo Centro si conservano oramai diversi archivi concernenti la “scuola di Milano” formatasi negli anni Trenta del Novecento attorno al magistero di un filosofo come Antonio Banfi. Effettivamente il Centro Internazionale Insubrico, giunto al suo quinto anno di attività, dispone attualmente di circa diecimila volumi e di una quindicina di archivi, la maggior parte dei quali documentano proprio la storia della “scuola di Milano” nella quale si sono formati studiosi, filosofi e poeti come Giulio Preti, Daria Menicanti, Vittorio Sereni, Antonia Pozzi, Maria Corti..Il fondo Pozzi comprende tutti i manoscritti autografi, le lettere, i quaderni, la produzione fotografica, unitamente alla Biblioteca personale della poetessa. La Pozzi, infatti, non fu solo una grande poetessa, ma anche una grande fotografa che ha intrecciato queste due sue passioni con il suo amore per la montagna, la natura e gli uomini colti nella quotidianità della loro vita. Con la presenza del Fondo Pozzi – ha concluso il professor Minazzi – il patrimonio archivistico e bibliotecario del Centro Internazionale Insubrico, assume un profilo di assoluta eccellenza ed unicità in ambito nazionale».
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Scritto da: Fernando Manzoni – 12/01/2015
Anche se, visitando la casa di Antonia Pozzi a Pasturo, non era permesso entrare in loro possesso, molti libri, manoscritti e lettere della poetessa erano presenti nel suo ufficio come testimonianza dell’opera dell’artista.