Come nel caso di Gesù Cristo, del vecchio Adamo, e dell’antico Israele, queste sono alcune delle tentazioni più frequenti per il cristiano di oggi nel deserto della vita.
a) Consumismo a oltranza: è aver fame di pane materiale, vale a dire, di tutto quanto comporta possedere e consumare cose, dimenticando il primato del Regno di Dio e dei suoi valori; è privilegiare l’avere sull’essere; è dissociare la fede dalla vita; è dimenticare che non di solo pane vive l’uomo, ma anche della parola di Dio.
C’è un dilemma fondamentale, una scelta ineludibile: essere o avere, cioè subordinare i beni all’uomo (essere) o assoggettare la persona alle cose (avere). Come cristiani dobbiamo scegliere l’essere sull’avere. E’ l’unica scelta valida per la soluzione dei problemi umani, come la disoccupazione e la povertà, il sottosviluppo e l’ignoranza, la fame, la malattia e la morte prematura. Perchè scegliere l’essere persona porta a considerare l’altro come essere umano e compagno e non come concorrente o oggetto di sfruttamento. Che veniamo dalla scimmia è un ipotesi probabile, ma che andiamo verso il lupo è una realtà deplorevole, ha detto qualcuno.
b) Religione mercantilistica e interessata, magica e superstiziosa, infantile e trionfalistica, spettacolare ed esibizionistica. Tentazione frequente fra i credenti e i praticanti, più di quanto possa sembrare a prima vista. E’ voler manipolare ed addomesticare Dio assicurandosi a ogni costo il suo favore con meccanismi pseudo-religiosi; è intendere la fede come un’assicurazione sulla vita contro tutti i rischi; è avere un concetto dominatore della religione e un calcolo interessato della pratica religiosa, arrivando fino a chiedere miracoli al servizio del nostro tornaconto.
Ma Gesù ci avverte: “Non tenterai il Signore Dio tuo”. La fede è rischio e risposta senza limiti all’amore di Dio che in Cristo ci amò per primo e in modo smisurato.
c) Gli idoli attuali, surrogati dell’autentico Dio rivelato da Gesù Cristo. L’uomo e il mondo di oggi sono contrassegnati dall’incredulità, a volte perfino dall’ateismo e, quasi sempre, dall’agnosticismo indifferente. Lo slogan “Dio è morto, largo al super-uomo” che gridava, scendendo dalla montagna Zaratustra di Friedrich Nietzche, ha favorito il sorgere degli idoli, che vogliono occupare il piedistallo del Dio detronizzato.
“Adorerai il Signore Dio tuo”: nella piazza del falso profeta hanno messo la loro bancarella di cianfusaglie il culto dell’uomo, il dominio politico, l’abuso del potere statale o dei gruppi di pressione, la manipolazione sociale, lo sfruttamento del prossimo, la violenza, l’allucinazione del sesso, dell’alcool e della droga, e il dio del consumismo che è un drago dalle molteplici teste e dai mille tentacoli, Alcuni pensano che a poco a poco Dio scomparirà completamente dall’orizzonte umano, perché la sua immagine è morta ed è stata sostituita dalla figura dell’uomo tecnico del post-modernismi. Affermazione poco evidente attraverso la storia delle religioni; ma così viene interpretato il silenzio di Dio.
Tuttavia,ciò che più allarma forse non è l’ ateismo dichiarato, che è sempre esistito in grado maggiore o minore,quanto l’ inganno delle falsificazioni religiose che oggi proliferano dappertutto.
Idolo è tutto ciò che ci domina e resta fuori dal nostro controllo;per questo la relazione con l’ idolo è sempre di tirannia.
Invece la relazione con il Dio della rivelazione,cioè il Dio e Padre di nostro Signore Gesù Cristo, promuove la dignità e la grandezza del uomo che si sente oggetto del suo amore.
Tutto quello che sostituisce Dio svilisce e disumanizza la persona, perché è inferiore al uomo stesso. Per questo Gesù ci ricorda: “ adora il signore dio tuo e a lui solo rendi culto”.
O Signore liberaci dagli idoli che vogliono dominarci cancellando la tua immagine dal orizzonte della nostra vita e fa che avanziamo senza fermarci camminando verso la Pasqua. Amen.
Don Graziano vicario parrocchiale
Prima domenica di Quaresima
Mt 4, 1-11