Se qualcuno ci venisse a dire di essere un tipo sportivo perché abita nello stesso palazzo di un noto calciatore, o di avere doti drammaturgiche perché ha incontrato per strada un attore famoso o di essere intellettualmente dotato perché ogni giorno passa davanti all’università e alla biblioteca civica, ci verrebbe – come minimo – da sorridere. Sorrideva forse anche Gesù (a cui non faceva certo difetto il senso dell’ umorismo) mentre polemizzava con questi “Giudei che avevano creduto in Lui”: sorrideva però masticando amaro.
Anche qui “uomini dalla testa dura”, che non capivamo e non volevano capire le sue parole, che consideravano la fede un carattere ereditario. Si può avere la testa dura anche dopo aver studiato tutto quanto c’era da capire, perché a volte gli schemi che si hanno in mente sono più importanti della realtà stessa, perché dentro di noi la “verità che fa liberi” non trova spazio.
Se in questa testa dura si aprisse anche un solo spiraglio di luce, non finiremmo certo a “raccogliere pietre per scagliarle contro Gesù” per allontanarlo come un ospite scomodo e indesiderato.
Ci siederemmo con calma per ascoltare meglio la sua Parola. Senza timori e, senza difese. Con l’animo aperto ad accogliere una verità forse scomoda ma che apre spazi inimmaginabili di gioia e di crescita.
Don Graziano, vicario parrocchiale
2° domenica di Quaresima – Rito Ambrosiano