LA LECTIO DI DON GRAZIANO: RISURREZIONE E VITA



La morte è un dato costante dell’esperienza, anche se nessuno mentre vive, la prova personalmente. Tuttavia, abbiamo la consapevolezza della morte degli altri: i famigliari, amici e colleghi. In ogni addio definitivo, muore anche qualcosa di nostro. La morte biologica, le sue lente avvisaglie nelle molte malattie, la sua presenza brutale negli incidenti e la sua manifestazione in tutto ciò che negazione della vita, a causa della violazione della dignità e dei diritti della persona, costituisce il più spinoso dei problemi umani.

D’altra parte, la vita illimitata e per sempre è l’espressione più profonda che ci portiamo dentro. Siccome risulta che alla fine la morte vince sempre, ci sentiamo radicalmente frustrati se non avessimo una spiegazione soddisfacente di questo paradosso ed enigma che è la morte di un essere creato per la vita.

Da sempre le scienze umane, la filosofia e la storia delle religioni hanno dato risposte più o meno convincenti all’interrogativo e al dilemma della morte che fondamentalmente è formulato così: la morte è una fine o un inizio? Siamo cancellati o trasformati?

Alla fine della vita c’è Dio o il vuoto assoluto?

Gesù, vincitore della morte, è l’unica risposta valida all’enigma della morte dell’uomo.

Il cristiano non intende la vita e la morte allo stesso modo di chi non ha fede; per il credente hanno un significato nuovo. La morte sarà solo il passaggio alla pienezza di una vita iniziata già adesso. Chi crede in Gesù, vita e risurrezione nostra, si sente salvato, liberato dal peccato e dalla sua conseguenza, la morte.

Questa liberazione non è liberazione dalla morte biologica perché anche Gesù morì, ma dalla schiavitù opprimente della morte, dalla paura che ci incute, dall’assurdità di una vita intensa come inutile sofferenza che finisce nel nulla.

Il credente capisce e sperimenta, già da ora, che la morte fisica, inevitabile nonostante tutti i progressi della medicina e l’appassionata e angosciante aspirazione dell’uomo all’immortalità, non è la fine della strada ma la porta che ci viene aperta verso la definitiva liberazione con Gesù Risorto. Grazie a Lui che è la risurrezione e la vita, non è la morte ad avere l’ultima parola, ma la vita!

Don Graziano, vicario parrocchiale

5° Domenica di Quaresima
Gv 11, 1-45 Rito Ambrosiano

 

 

 

 

 

 

 

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