Le cronache purtroppo sono piene di campanelli d’allarme lasciati a loro stessi, non ascoltati fino in fondo. Qui c’è una ragazza molto giovane, poco più che ventenne ora incapace di camminare da sola senza guardarsi alle spalle. E un padre altrettanto preoccupato e speranzoso nella generosità delal sua Introbio e della gente. Si augura di vedere alzarsi una mano per dire "Sì lo conosco. So chi è. Conosco cosa gli gira per la testa". E così mettere fine a un incubo.

Il presunto aggressore, infagottato in una tuta da sci, forse giovane che passa e ripassa davanti alla porta di un condominio di via Vittorio Emanuele, alle prime luci dell’alba, coprendosi la faccia, ormai in Valle lo hanno visto quasi tutti. E non solo in Valsassina. A posteriori, sicuramente, qualcuno avrà avuto una intuizione e avrà elementi per sapere di chi si tratta. Frammenti sufficienti per ipotizzare, senza magari avere certezze. Cosa fare: denunciare? La scelta non è facile tra lasciare gli eventi andare per la loro strada, esorcizzando gli scenari peggiori, oppure prendere coraggio per non avere in futuro rimpianti.

Resta intanto un padre che vuole sapere se davvero era la propria ragazza nelle mire del malintenzionato. Oppure chissà, esiste un’altra verità e la ventenne l’ha incrociata per caso. Ogni ipotesi è aperta.
Una volta c’erano le bocche della verità, buche delle lettere in pietra dove far scivolare un bigliettino senza compromettersi. Oggi ci sono le telefonate anonime, l’opzione più ovvia è di rivolgerle alle forze dell’ordine, ma poi vi sono le email, se volete quelle ai nostri giornali sono a disposizione: info@valsassinanews.com oppure redazione@lecconews.lc.

La riservatezza ovviamente è garantita. A volte anche solo un piccolo particolare può rivelarsi utile e illuminante. Ed essere in grado di mettere, al fine, un punto e a capo a una vicenda per ora limitata seppur eclatante.

LEGGI ANCHE;