IL BITTO OROBICO E LA CULTURA BERGAMINA. SODDISFAZIONE PER LA CONFERENZA A CASARGO



Il presidente delegato di Lecco dell’associazione, nonchè maestro assagiatore Onaf Claudio Bolla ha allestito per l’occasione un convegno molto interessante, che tocca la vera anima montana del territorio lecchese: a confronto le due culture, la civiltà e le diverse identità di due prodotti lattiero caseari che sono la ricchezza della Valsassina: Bitto e Stracchino.

A testimoniare l’eccellenza dei prodotti e del loro lavoro due generazioni a confronto con la presenza di Teresa Platti, bergamina di Pasturo, produce da quanto è nata stracchini e taleggi fra l’alpe di Biandino e a Pasturo. Intervistata proprio da Claudio Bolla ha ricordato i primi anni della sua vita, quando il padre le insegnava a fare stracchini. Anedotti, storie particolari di una vita, le transumanze… Tutti ricordi vividi che hanno aperto uno spaccato sulla vita contadina del secolo scorso, che nel suo caso con la sorella e tutta la famiglia di nuova generazione continua ancora adesso.

Stesso discorso con l’intervista di Roberto Bonati (autore del libro "Il Bitto delal Val Varrone") al giovane casaro Enrico Colli, caricatore dell’alpeggio storico all’Alpe di Varrone. Entusiasmo che è scaturito dall’attività e dalla vita di Enrico Colli che ha raccontato in modo semplice la propria attività e la sua scelta di vita che non cambierebbe mai con un posto in banca. Colli è anche il protagonista del volume che ha presentato Roberto Bonati, un volume che vuole sottolineare come il bitto storico venga prodotto non solo in Valtellina, ma nelle valli oroboche, compresa la valle del Varrone.

A sottolineare la tipicità e la bontà del bitto e la veridicità delle zone di produzione riconosciute Paolo Ciapparelli, presidente del consorzio per la salvaguardia del bitto storico, che ha illustrato i confini e le modalità con cui è stato valorizzato il bitto storico in Val Gerola. Michele Corti, professore dell’ università di Milano dove insegna la zootecnia di montagna ha relazionato, sulle antiche eredità delle due civiltà raccontando l’epopea dell’industria casearia grande e piccola, le cui origini le trovano accomunate dalle vicende del nostro territorio: Orobie, Val Gerola, Valsassina, Val Brembana.

Preceduti dal saluto del presidente dell’Istituto alberghiero di Casargo Francesco Maria Silverij e dalla presenza dei due sindaci di Casargo e di Premana, Pina Scarpa e Nicola Fazzini, i lavori sono stati chiusi da Giovanni Ballarini, presidente nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina, direttore della rivista "Civiltà della tavola" e autore di oltre 900 pubblicazioni sulla ricerca scientifica e la storia della gastronomia. Come ricorda Riccardo Balbiani past-delegato della delegazione di Lecco, l’Accademia Italiana della Cucina fu fondata da Orio Vergani nel 1953 e dal 2003 si fregia del titolo di Associazione culturale della Repubblica Italiana.

Al termine degna conclusione a tavola dove gli chef dell’alberghiera coordinati dalla maitre e coadiuvati da alcuni ragazzi hanno allestito un menù che comprendeva un soffiato di mais bio su fonduta di taleggio con ventaglio di carne celtica condito con l’olio Dop di Perledo, un risotto mantecato con gelato alla clorofilla di basilico e gocce di pesto, lombo di di vitello cotto a bassa tempeatura in crosta di erbe e salsa di bitto e scalogno, gazpacho ai frutti di sottobosco con semifreddo al miele di acacia.

Soddisfazione da parte del Delegato di Lecco per la ricca partecipazione dei convenuti e per le considerazioni importanti che ne sono emerse. L’occasione per il sodalizio di realizzare il volume dedicato al bitto di Roberto Bonati. quinto capitolo di una serie di pubblicazioni che hanno visto la stampa, negli anni precedenti e dedicati al taleggio, all’olio del lago, alle erbe del territorio e al galateo.

 

 

 

 

 

 

 

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