Come già detto il soccorso in montagna sarà a pagamento solo per interventi giudicati non necessari, e l’eventuale spesa per il cittadino sarà solo una compartecipazione alle spese dell’intervento di soccorso. La norma, oltre a punire l’incoscienza, intende anche sensibilizzare gli escursionisti ad agire con maggior prudenza, evitando situazioni di pericolo ampiamente prevedibili.
Entro tre mesi quindi l’intervento di soccorso in montagna che non comporterà ricovero o verrà giudicato frutto di negligenza prevederà la compartecipazione del soggetto portato in salvo nelle spese della macchina di soccorso. Un contributo, appunto, che non potrà superare il 50% della spesa, ma non per questo di poco valore. cnsas2 soccorso alpino In particolare nel testo si stabilisce che gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente di montagna o in zone impervie comprensivi di recupero e di trasporto saranno considerati onerosi a carico dell’utente se non sussiste la necessità di accertamento diagnostico e se la prosecuzione di cure presso un Pronto Soccorso dovesse essere registrata con codice bianco: analoghe disposizioni saranno attuate anche nel caso l’attività di soccorso dovesse essere prestata a seguito di comportamenti imprudenti o negligenti da parte del richiedente.
Certificare la sussistenza dei requisiti necessari a giustificare gli interventi di soccorso sarà compito della Centrale Operativa sede dell’elisoccorso che effettua l’intervento, in coordinamento con l’equipe di soccorso sanitario: l’eventuale compartecipazione alle spese potrebbe essere dovuta anche nel caso l’intervento di soccorso fosse effettuato dalla sola componente tecnico alpinistica. Come parametri di riferimento saranno utilizzate le linee guida del CAI (Club Alpino Italiano) sul comportamento in montagna.
La proposta di legge ha trovato l’apprezzamento sia del Cnsas che del Cai, ora non resta che attendere che queste procedure, ancora ufficiose, vengano inserite nell’apposito regolamento, e allora la norma sarà in vigore.