SPECIALE/DA DOMANI SARÀ NAMELESS 2015: RIFLESSIONI, AUSPICI E PREOCCUPAZIONI



Da sabato a lunedì, dalle 12 alle 24, la musica elettronica sarà protagonista. Attesi migliaia di giovanissimi appassionati, due i palchi per i dj e 3.000 metri quadri di spazio coperto. Una novità per il nostro territorio, che comunque non è nuovo a maxi eventi, seppur di altro genere, ai quali si è sempre fatto trovare preparato.

Per l’occasione la Prefettura ha già disposto l’impegno di numerosi agenti, in appoggio alla cinquantina di addetti alla sicurezza, professionisti assunti dall’organizzazione. Le precedenti due edizioni si svolsero a Lecco, nell’area destinata alla nuova caserma dei pompieri, e lo “sfratto” non è dovuto a problemi di ordine pubblico o mancato rispetto dei limiti acustici, bensì alla decisione dei vigili del fuoco di mantenere lo spiazzo pronto per iniziare in ogni momento i lavori per l’edificio.  

Per tornare all’evento, esempio recente di questo genere è l’Urca Urca, appuntamento per la musica live in alta quota che dopo Resinelli e Bobbio a luglio esordirà all’Alpe Giumello, e che sotto molti punti di vista si può vedere come precursore del Nameless in Valle. “Da parte nostra c’è grande stima verso una proposta così ambiziosa come quella del Nameless – confessa Dario Cardamone dell’Urca Urca -, la loro dimensione e il loro essere realtà strutturata e professionale, seppur giovane, potrebbe spianare la strada ad altre iniziative, anche più piccole, quale è la nostra, ma che ben distribuite nel calendario renderebbero ancor più appetibile il territorio valsassinese”.

Urca Urca e Nameless sono chiaramente diversi per prodotto, mission, e anche per pubblico – molto più giovane quello che giungerà a Barzio in queste ore – ma se la prospettiva deve essere il turismo questa è l’offerta a cui si deve pensare “anche per comparire nelle pagine dedicate agli eventi sulle guide turistiche internazionali” conclude Cardamone.

A scommettere sull’Urca Urca ai Piani di Bobbio, tre anni fa, fu Massimo Fossati, a.d. di Itb: “Detto che Urca Urca e Nameless sono due realtà diverse, per i secondi sarebbe stato difficile offrire Bobbio come location, ma in entrambi ho trovato un enorme professionalità. Ci fu scettiscismo allora, e qualcuno è scettico anche oggi -prosegue l’ad di Itb – ma occasioni come queste sono da accogliere a braccia aperte. Ogni proposta innovativa e dedicata a un target giovane va presa con positività”.
Non si discosta dalla posizione dei volontari dell’Urca Urca l’opinione di Daniele Invernizzi, giovanissimo organizzatore della Rassegna Organistica Valsassinese, che dopo aver cucito in un unico cartellone i concerti d’organo estivi che ogni parrocchia organizzava da sé, ridando così lustro alla quarantennale rassegna, augura la stessa sorte alle proposte musicali diverse da quella classica, ma anche all’area fornace.
“Fare rete oggi è fondamentale: spostarsi e viaggiare è diventato facile, l’informazione e la promozione sono globali, non resta che cogliere questi vantaggi rendendo la Valsassina “esportabile” con proposte importanti e pesanti. La cornice naturale è invidiabile, i paesi caratteristici, la vicinanza con Milano poi un’altra fortuna. Un tempo solo la Sagra guardava oltre la Valle, e bene che ora si aggiunga il Nameless, che con una recettività ancora maggiore arricchisce il nostro panorama culturale”.
A valore di una importante e ben programmata proposta, prosegue Invernizzi “non è un caso se per il Master di studi della Rassegna abbiamo avuto rischieste dal Conservatorio di Mosca, e nemmeno se più di un concertista di livello internazionale si è reso disponibile a suonare gratis pur di esibirsi al Mascioni di Barzio”.
Invernizzi sottolinea infine un altro aspetto, esterno alla dinamica della Rassegna ma di certo interesse per chi vive in Valsassina, quello cioè della “riqualifica” dell’area Sagra. Positivo infatti il tentativo di questi ultimi anni di “sfruttare il più possibile un’area facilmente raggiungibile, con parcheggi, ed esterna ai centri abitati, che per troppo tempo è stata legata esclusivamente alla settimana di fiera estiva”.
Lo spazio come detto è quello della Sagra delle Sagre, territorio di Barzio ma prossimo all’abitato di Pasturo. Dal canto suo non è mancato il sostegno al Nameless del sindaco Guido Agostoni, anche vicepresidente della Comunità montana. “Degli organizzatori mi ha colpito subito la serietà e la determinazione, un biglietto da visita più che positivo per un gruppo di ragazzi così giovane e non posso che augurarmi che questa percezione venga riconfermata nella conduzione dell’evento”.
“Certamente in un contesto di tale portata qualche disagio va messo in conto – prosegue Agostoni -, non si può pensare che un festival musicale si possa tenere nel completo silenzio, ma è anche nella cura dei dettagli che ho notato la massima serietà dei ragazzi. Ad esempio le casse per la musica sono direzionate verso Balisio, e ciò per impattare il meno possibile sui centri abitati”.
L’aspetto acustico è forse quello che più crea apprensione tra la popolazione, ma per completezza non si può esimersi dal considerare anche gli animali e le stalle concentrate in quella piana. Non abbiamo ancora ricevuto riscontri ufficiali circa controlli effettuati o norme da rispettare, ma quel che è risaputo è che gli animali da allevamento sono abitudinari ed ogni novità percepita è per loro motivo di stress. Si pensi ad esempio all’effetto dei botti di capodanno sugli animali domestici o agli ululati dei cani al suono delle campane.
E se la fauna selvaggia può sempre scappare ed allontanarsi da una fonte di rumore, per quanto riguarda le bestie allevate per la produzione o la riproduzione, uno stress prolungato potrebbe incidere sui loro indici di produttività, con possibili ricadute anche dal punto di vista economico.
C.C.
 

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