CASARGO – L’articolo pubblicato a pagina IV dell’edizione lecchese del “Giorno” ci va giù durissimo, parlando di “Un caso, anzi lo scandalo della Valsassina”.
“Coinvolta – scrive il caposervizio Angelo Panzeri – una Fondazione che porta il nome di don Mazzi. E adesso il benefattore, che si sente preso in giro, chiede conto al sacerdote”. Si parla dello Sporting Club Eurovillaggio di Casargo.
Nel pezzo si ricorda come uno dei più noti imprenditori del territorio (Luigi Maglia) ha “regalato un complesso turistico alla Fondazione legata a don Antonio Mazzi, per ricordare il figlio morto in un incidente sugli sci” ma, a distanza di due anni, la struttura “è in totale abbandono e la storica piscina da poco rinnovata e punto di riferimento dei turisti d’estate è inutilizzabile”.
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Dito puntato dunque contro la Fondazione dei giovani di don Mazzi, con a capo il nipote del sacerdote. “Mi sento preso in giro – dichiara Maglia al ‘Giorno’ – e, dopo ripetute promesse di attivare la nuova destinazione, a questa vicenda voglio andare fino in fondo”.
L’imprenditore aveva incontrato don Mazzi nel 2012 per illustrargli l’idea di donare il complesso alla sua Fondazione con la finalità di realizzare un’opera socio-assistenziale per giovani bisognosi di aiuti.. Progetto che incontrò subito il favore del sacerdote mediatico: già nell’ottobre di quell’anno avvenne un primo sopralluogo da parte di una commissione composta dalla famiglia Maglia coi suoi tecnici, dallo stesso don Mazzi, dal nipote di quest’ultimo Giovanni in rappresentanza degli “Amici della Fondazione” e ancora i tecnici del Comune di Margno, per valutare le opere di adeguamento della struttura. Passo successivo l’avvio dell’iter per il passaggio di proprietà. Della primavera del 2013 il compromesso per il passaggio, quindi a giugno dello stesso anno l’atto di donazione del complesso immobiliare.
Poi però, il nulla: da due anni non è accaduto niente e i Maglia si sentono presi in giro. “Sono dispiaciuto – aggiunge Maglia – per quanto sta accadendo: la mia donazione aveva una finalità nobile, invece colgo un disimpegno, o comunque un mancato rispetto dei patti presi. È vero che il bene l’ho donato, però aveva un obiettivo ben preciso”. Tra l’altro la piscina non è utilizzata e questo crea un danno anche alla comunità valsassinese e ai turisti che frequentano la valle nel periodo estivo.