SULLE RIVE DEL FLEGETONTE: UNA SCOMMESSA A RISCHIO DI “SE TE TASEVET L’ERA MEJ!”



Diciamoci la verità: parlarne è pericolosissimo, imprudente e probabilmente sconsigliabile. Il rischio è di diventare un facile bersaglio di quanti potrebbero presto dire “se te tasevet l’era mej!”, accompagnando la gentile frase con un altrettanto gentile invito di andare lo sappiamo tutti dove.

Però. Però bisognerà che qualcuno ne scriva prendendosene la responsabilità. E così ho deciso di farlo.

Ma di cosa, direte voi, è talmente pericoloso parlare? Ma dell’estate, no?, anzi, di questa bella e calda estate che ci sta regalando giornate splendide, serate con tramonti da poster, nottate di stelle luccicanti, di Venere e Giove che hanno danzato, straordinario spettacolo, nel cielo per settimane.

Questa estate 2015 invasa dall’anticiclone Flegetonte, il fiume infernale della Divina Commedia, che solo da poco ha esaurito i suoi estremi facendoci tornare a respirare, dopo giorni di boccheggiamenti anche nelle nostre solitamente fresche contrade; questa estate 2015 che a molti ricorda quella del 2003, quando in Sagra, me lo ricordo bene, gli amici Herbert (non ti dimentichiamo mai) e Milcare giravano tra gli stand con i fucili ad acqua sparando allegria e un po’ di frescura.

Questa estate 2015 nella quale, era la prima domenica di luglio, la funivia di Bobbio ha portato in quota 2.000 persone, i rifugi sono stati presi d’assalto ovunque, la pista ciclabile è diventata la sede di una processione continua di popolo in cerca di aria, i parcheggi a Giumello e Paglio luccicavano di auto stese al sole.

Insomma, viva l’estate del 2015 che assomiglia, finalmente, ad una vera estate, e forse non ci eravamo più abituati.

Ogni medaglia, come la storia e gli arbitri insegnano, ha però una sua testa e una sua croce.

La nostra croce è un Pioverna nel quale ben si rispecchia la valle dei sassi, le trote che cercano disperatamente un acquitrino, le sorgenti che faticano a servire gli acquedotti, lo Sprizzottolo che lacrima appena.

“Sarebbe perfetto se di notte piovesse un po’ e di giorno facesse bello” mi ha detto un tizio a cui, evidentemente, non manca l’arguzia e, probabilmente, è abituato ad avere la tazza di birra media sempre piena e la morosa brilla.

Pur non avendo quest’ultima abitudine, mi associo: acqua di notte (senza esagerare, però!) e sole di giorno. Potrebbe essere la laica intenzione di una processione sulla ciclabile: chi la organizza?

Ciò premesso (come si usa dire), non sto a ricordare quale sia stata la nostra croce nel 2014: non mi sembra il caso di aumentare il livello di imprudenza di queste righe, non importa a nessuno. Tutti, invece, ci auguriamo che Flegetonte o come diavolo (guarda un po’!) si chiamerà il prossimo anticiclone decidano, gloriosamente, di trascorrere dalle nostre parti le loro vacanze.

Nel frattempo non ci rimane che fare gli scongiuri e toccare ferro. O altro, a seconda delle preferenze. Io, logicamente, per evitare di sentirmi rimproverare “se te tasevet l’era mej” sarò costretto a toccare un po’ di tutto.

Buona domenica!

BENEDETTI TESTINA  Riccardo
  Benedetti

 

 

 

 

 

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