PREMANA – Forse non se ne sono accorti, oppure sì, ma poco importa: Nicola Fazzini e Andrea Ferrari (intervistato la scorsa settimana) hanno almeno tre punti in comune: sono coscritti (entrambi del ’76), sono sindaci e sono figli di ex presidenti della Comunità Montana. Non mancherà occasione per chiedere a Giovanni (Fazzini) e Alvaro (Ferrari) un parere sui rispettivi figli, per il momento, dopo aver parlato con il sindaco di Barzio abbiamo sollecitato un po’ Nicola, a poco più di un anno dalla sua elezione e a pochi giorni da quell’evento straordinario che è il Giir di Mont.
Un anno che è “andato tutto sommato bene”, ci dice, ed ora si inizia a “ingranare”, nonostante “i chiaroscuri che sono numerosi, soprattutto nel rapporto con i livelli superiori di governo” mentre si sta riqualificando la piazza ma si fatica “ad ottenere le risorse per mettere in sicurezza un territorio che oggettivamente ha forti debolezze da un punto di vista idrogeologico”.
Le elezioni Nicola Fazzini e la sua lista le hanno vinte 782 a 749, un soffio di vento, un quasi niente che però ha, per molti osservatori, avuto un effetto di salto del banco.
Il rapporto con la minoranza è perciò piuttosto complicato. “Sono molto attenti e critici nei nostri confronti. Avevano probabilmente il timore che bloccassimo in toto quelle che erano state le iniziative avviate dalla loro precedente amministrazione” afferma Fazzini. Ma, forse, a distanza di un anno, “si è capito che gran parte dei progetti, avviati e condivisibili (come è normale in una comunità con diverse sfaccettature sociali ed economiche come la nostra) non possono certo essere lasciati a metà. Poi è chiaro che abbiamo le nostre idee e su certi argomenti le posizioni sono distanti”.
Negli ultimi anni un altro rapporto è stato sicuramente difficile. Quello, per intenderci, tra Premana e le sue acque.
Nicola Fazzini non lo definisce difficile ma “travagliato”. “Il nostro territorio – confida – ha sempre avuto una buona gestione della risorsa idrica, vista la presenza di numerose comunità di alpeggio che presidiano in maniera efficace il territorio e gli investimenti fatti negli anni per migliorare la rete di distribuzione e di smaltimento. Investimenti che non si fermeranno viste le intenzioni del nuovo gestore (a cui sarà affidato il Servizio Idrico Integrato per vent’anni) di continuare a migliorare l’efficienza della gestione della risorsa acqua”.
Ma c’è l’altra questione sulla quale deve essere tenuta alta la guardia, e cioè le richieste di derivazione idroelettrica sui torrenti comunali. “Nell’ultimo anno – dice il sindaco – c’è stato un netto rallentamento nelle procedure di concessione ed autorizzazione. Credo che il motivo principale (oltre alle azioni politiche delle amministrazioni e soprattutto dei comitati di tutela della risorsa acqua) sia stato il freno dato dal governo alle incentivazioni, a riprova dell’esclusivo risvolto speculativo per questo tipo di interventi”.
Passando ad altri temi, Nicola è convinto che la presunta chiusura e l’isolamento del suo paese sia stato “ solo di tipo geografico”. E lo testimoniamo “i numerosi premanesi migranti in Italia e nel mondo alla ricerca di migliori fortune” Ma questi migranti di un’altra epoca hanno sempre mantenuto forte e vivo il legame con la loro terra d’origine che, non per nulla, “chiamano patria”. E poi non bisogna dimenticare, dice Fazzini, “i missionari, i volontari e i lavoratori sparsi davvero in ogni dove, che sono ambasciatori nel mondo della nostra laboriosità, creatività e serietà”.
Premana è sicuramente uno dei paesi con la più alta densità di associazioni d’Italia e, ovviamente, ciò rappresenta un fattore fondamentale. “Ormai – afferma Fazzini – le parole si sprecano e l’ennesima riprova la abbiamo in questi giorni con la settimana del Giir di Mont. A tutti i livelli le associazioni ed i singoli rispondono sempre con entusiasmo ma anche con spirito di sacrificio per predisporre al meglio quella che è una delle nostre vetrine con maggior visibilità verso il mondo dello skyrunning e non solo”.
Nicola Fazzini ha maturato tante esperienze sociali e una grande vicinanza al mondo giovanile nel quale e accanto al quale ha trascorso e trascorre molto tempo. Dei giovani premanesi dice che “hanno voglia e disponibilità a mettersi al servizio della comunità e questo non può che far bene all’associazionismo. Sono ragazzi che ancora più della mia generazione sanno aprirsi al mondo e la riprova è che molti studiano discipline non prettamente tecniche (che è quello che ci si può aspettare in un ambiente artigiano ed industriale ) ma anche corsi di studi rivolti alla conoscenza delle relazioni culturali di un mondo globalizzato. Il mio augurio è che prima di tutto possano trovare un lavoro che dia loro la possibilità di inserirsi in questo grande mondo sempre più interconnesso, mantenendo salde le radici premanesi”.
Intervista di Riccardo Benedetti
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