LECCO – Tra ritardi, pareri contrastanti e severi giudizi della Corte dei Conti, la vicenda dell’affidamento ventennale del servizio idrico della Provincia di Lecco si appresta ad entrare nel vivo. Ma lo fa, secondo il Comitato lecchese per l’Acqua pubblica, nel modo sbagliato.
Come sottolinea l’articolo di Qui Lecco Libera, la strategia sposata dal Consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito di Lecco premia la proposta formulata da Lario Reti Holding Spa, società pubblica del territorio che è del tutto sprovvista dei requisiti necessari per l’affidamento “in house”. Condizione che potrebbe legittimare ad esempio l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato a “stoppare” l’iter, indicendo quella gara che -a parole- gli strateghi che in questi anni hanno collezionato risultati discutibili continuano a negare.
Il 29 luglio – ricordano gli attivisti – la Conferenza dei Comuni è infatti chiamata, tra le altre cose, ad esprimere il proprio parere sulla deliberazione del Cda dell’Ufficio d’ambito di Lecco avente per oggetto l’“Affidamento del servizio idrico integrato nell’ATO di Lecco”. Un affidamento che -delibere alla mano- si sarebbe dovuto disporre entro e non oltre il 30 giugno di quest’anno. Ed invece i Sindaci -che negli ultimi anni sono stati continuamente costretti a modificare decisioni già prese- dovranno esprimersi su un anomalo “affidamento condizionato”, che premia la holding prima ancora che questa abbia acquisito tutti i requisiti previsti dalle norme.
Ma i sindaci e i consigli comunali non devono prender parte come figuranti in questa partita, come invece ha dimostrato considerarli chi ha gestito la “partita dell’acqua” negli ultimi anni. I sindaci e i consigli comunali devono essere informati e consapevoli. Per questo motivo il Comitato ha inviato a tutti i primi cittadini del territorio -a titolo di contributo alla piena conoscenza- una lettera dove sono illustrate, punto per punto, le ragioni per cui l’affidamento a LRH potrebbe rappresentare, di fatto, l’anticamera al mercato, al profitto, a quella gara tanto respinta dai sostenitori della holding.
Dall’assente controllo analogo alla delicata questione della vocazione commerciale, dalle tempistiche fuori cronoprogramma all’irrefrenabile proliferazione di società. Ecco dunque lettera e le ragioni per cui l’ipotesi LRH non è conforme alle regole. Ed ecco anche il testo della segnalazione inviata, sempre dal Comitato, all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) in merito alla nomina al vertice di Lario Reti Holding del dottor Lelio Cavallier -l’ultimo pastrocchio-.