BALLABIO – Parole pesanti e vicenda estremamente delicata. Tuttavia in alcuni casi le redazioni giornalistiche sono frequentate anche da giornalisti e quindi prima di creare inutilmente panico abbiamo fatto il nostro lavoro, approfondendo i contenuti dei comunicati ufficiali.
Nell’arco di un’ora, la neo sindaca di Ballabio Alessandra Consonni ha prima lanciato un forte allarme per una “Inaccettabile situazione di tensione” nella struttura che ospita un piccolo nucleo di migranti, poi ha comunicato che la stessa situazione “Si è risolta nelle prime ore del pomeriggio”. Parlando sempre di “struttura privata”.
Verificato sul posto (vedi foto) che la situazione è effettivamente del tutto tranquilla, ecco le due note diramate in successione dal Comune di Ballabio. Nel frattempo, da una rapida indagine in paese è emerso che nessuna tensione ha caratterizzato questa ennesima giornata di grande calura e che i turisti e i cittadini “minacciati” come immagine e tranquillità a detta del municipio manco sapevano di quanto stesse accadendo nella ex casa delle suore sulla Provinciale…
13.24 – A Ballabio profughi barricati nella struttura privata ospitante
Il sindaco: «Inaccettabile situazione di tensione che compromette l’immagine del nostro paese nel periodo turistico e la tranquillità dei cittadini: il prefetto sgomberi la struttura». Diverse pattuglie della Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale sono confluite di fronte alla struttura privata che, nel comune di Ballabio, ospita gruppi di presunti profughi. Gli stranieri, infatti, hanno inscenato una ribellione barricandosi all’interno della struttura. La protesta è relativa al trattamento loro riservato dall’organizzazione che li ha in carico: in particolare, i presunti profughi (che sosterrebbero di essere fuggiti da guerre e carestie) lamentano che il cibo sia semplicemente quello di una mensa e, dunque, non del livello a cui loro aspirano; protestano, inoltre, per altri dettagli della struttura, non conformi alle loro aspettative, tra cui l’acqua di bagni e docce che, a loro dire, non sarebbe sempre così calda come loro gradirebbero. Sulla vicenda interviene il sindaco di Ballabio, Alessandra Consonni.
«Quello che sta accadendo a Ballabio, nel bel mezzo del periodo turistico è inaccettabile. Lo spiegamento di forze dell’ordine sulla via provinciale, certo non è un invito a concedersi una rilassante vacanza nel nostro paese. Questo episodio – aggiunge – alla luce delle sue motivazioni, inoltre suscita tensione e rabbia tra i ballabiesi che, in quanto contribuenti, pagano a queste persone vitto e alloggio. Nel giro di pochi giorni, con l’arrivo dei nuovi profughi, si sono già registrate due nuove vicende allarmanti, che hanno richiesto l’invio delle forze dell’ordine nel nostro paese: la bagarre inscenata per festeggiare la fine del ramadan e, oggi, l’occupazione del centro che li ospita. Dalle prime informazioni ricevute dalle forze dell’ordine, pare anche che in questa circostanza siano stati commessi dei reati. A tutto questo si aggiungono allarmanti voci di ingenti arrivi di altri sedicenti profughi nella ex colonia ferrovieri: chiedo, invece, al prefetto di sgomberare la struttura dove attualmente sono barricati gli stranieri, allo scopo di ristabilire la legalità e restituire sicurezza e tranquillità dei cittadini».
14.25 – «Si è risolta nelle prime ore del pomeriggio la situazione di tensione creatasi questa mattina nella struttura privata, in seguito all’occupazione inscenata da alcuni profughi, motivata da questioni di menù e toilette, con l’acqua delle docce giudicata non sempre abbastanza calda. Esprimo il mio ringraziamento alle forze dell’ordine intervenute, Carabinieri, Digos, Polizia di Stato e Polizia Locale, che hanno gestito l’emergenza impedendo che degenerasse. Rassicuro i cittadini confermando che la situazione, per quanto spiacevole e allarmante, è sempre stata sotto il controllo delle autorità di pubblica sicurezza e locali. Ribadisco la necessità di garantire a tutti i ballabiesi e ai villeggianti l’ordine e la tranquillità a cui hanno pienamente diritto».