Breve riepilogo delle due puntate precedenti: faceva caldo e forse (scrivo queste righe gustandomi un lampeggiante temporale) lo farà ancora. Ci voleva uno stregone, un mago, una maga.
Ed ecco i meteorologi decidere di chiamare Circe la tanto attesa perturbazione capace di spazzar via il “dominio anticiclonico” .
Vedremo se, tra qualche giorno, non saremo qui a rimpiangerlo, il “dominio anticiclonico”.
Reso il doveroso omaggio al tempo (che, come spiegato la scorsa settimana, ha il pregio di essere indipendente d ogni volontà umana), veniamo a noi.
Non sono un amante delle brioches. Se dicessi che non mi piacciono direi ovviamente una bugia, ma visto che il mio medico mi bacchetta sempre per il colesterolo alto (ed io da paziente indisciplinato non seguo i suoi consigli), cerco di evitarle preferendo le fette biscottate. Insomma, una vera e propria tristezza quaresimale.
Ma non tutti sono come il sottoscritto, e in molti/moltissimi le brioches le mangiano, eccome. Ma cosa succede se non le trovano? Oppure, ancor peggio, se le trovano ma scoprono, di essere capitati nel bel mezzo di una rappresentazione della volpe e l’uva?
Le brioches sono lì, a portata di mano, fragranti, profumate, alla crema, alla marmellata, al miele, alla nutella; sono lì ma non sono tue perché qualcun altro deve arrivare e portarsele via.
Nasce un piccolo caso: la volpe scrive una lettera al giornale e il pasticcere risponde. Il caso si chiude ma sarebbe stata gradita una terza lettera, scritta da chi le brioches se le è portate a casa, ma lui, il fortunato, non sa di essere diventato attore non protagonista di una piccola commedia valsassinese.
Resta, però, da risolvere un problema: perché c’erano così poche brioches?
Ma perché, cari lettori, questa estate straordinaria sta facendo saltare tutte le previsioni, altro che quaresima; Flegetonte e Caronte (tanto per tornare a parlare di due vecchi amici) hanno originato una transumanza al contrario, riempito (soprattutto ma non solo nei fine settimana) i nostri paesi, il fiume (dove c’è ancora), i monti e tutto il ben di Dio che possediamo molto di più rispetto al recente passato.
Questo perché, non dimentichiamolo, “viviamo in posti davvero bellissimi” e la nostra Valle sta vivendo una stagione che, dovesse continuare così, sarà sicuramente da ricordare e cancellerà dalla nostra memoria i diluvi del 2014.
E’ stato, insomma, un luglio “come quej de na volta”, e speriamo che agosto segua l’esempio, magari con qualche maga Circe (o come si chiamerà) che ogni tanto viene a farci visita per spezzare la calura, bagnare orti e giardini e rimpinguare i serbatoi degli acquedotti.
Con questa speranza, vorrei dare un consiglio ai pasticceri. Nel caso le brioches finiscano prima del tempo regolamentare, mettete un cartello con scritto “Esaurite perché troppo buone”. Il cliente sorriderà e tornerà a cercarle ed a quel punto starà a voi fargliele trovare.
Buona domenica (e buona brioche) a tutti.
Riccardo
Benedetti