TACENO – Altro che smartphone, iphone, 3G, minuti a disposizione, sms, mms e chissà quante altre diavolerie. Ai tempi della giovinezza di molti di noi, per telefonare alla propria ragazza bisognava mettersi in fila, con le tasche piene di gettoni, e aspettare che quello davanti mettesse giù la cornetta.
Freddissime di inverno, un forno d’estate, le cabine telefoniche nelle piazze erano il nostro “armadio” che ci tutelava da occhi indiscreti e orecchie curiose.
A volte, la telefonata troppo lunga faceva spazientire qualcuno in fila e partivano le lamentele e i colpi sul vetro della porta scorrevole… I
primi telefoni erano col disco e a gettoni, poi si è passati alle monetine, 50 lire, 200 lire, fino ad arrivare ai tasti sugli apparecchi e alle tessere telefoniche.
Poi la tecnologia ha iniziato ad avanzare e pian piano i telefoni pubblici sono andati in disuso, abbandonati a se stessi, rimasti negli angoli della Valle come testimoni di un tempo che fu.
Molti dei nostri ragazzi che gli passano accanto con lo smartphone in mano non si accorgono della loro presenza, magari non sanno nemmeno cosa sia quella “scatola con vetri” posta in un angolo della piazza.
Ebbene, come già successo in altri paesi della Valle, anche a Taceno è arrivato il momento di dire addio alla vecchia cabina telefonica: lo sentenza un cartello della Telecom che annuncia la data di “rimozione” dell’impianto. Guardando la cabina, leggendo il cartello, ricordando i vecchi tempi, un brivido percorre il nostro corpo, ma come si dice in questi casi… “la vita va avanti”.
E così sia. Senza più gettoni.
Fernando Manzoni
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Sotto: l’addio alle cabine di Introbio (novembre 2014)