MIGRANTI AI RESINELLI, LA LEGA USA TONI INCENDIARI E ATTACCA A TESTA BASSA PREFETTO E GOVERNO



LECCO – Parole durissime da parte del segretario provinciale della Lega Nord Flavio Nogara, dopo l’annuncio dell’arrivo di un nucleo di una ventina di richiedenti asilo ai Piani dei Resinelli. Toni verbalmente incendiari, evocazione di “rivolte popolari”, Prefetto definito “arrivato da chissa’ dove” ed altro ancora nella nota del Carroccio che riportiamo di seguito:

lega presidio migranti flavio nogara“Ma la Signora Prefetta e il Governo vogliono portarci alla rivolta popolare? Deve succedere qualcosa di grave per far capire che non si può continuare a prendere delle decisioni sopra la testa dei cittadini e degli organi democraticamente eletti? Le scelte per essere accettate devono essere condivise non imposte, questo è il modo peggiore per ricercare un’integrazione, un metodo che non può far altro che accentuare le divisioni e le distanze. Ma è possibile che un funzionario dello Stato, arrivato da chissa’ dove, possa permettersi di prendere delle decisioni che vanno a creare delle ripercussioni assolutamente negative per il nostro territorio, per la nostra societa’, per le nostre comunita’, per la nostra economia, per la nostra gente?  Ma come si permette?! Ma siamo in democrazia o siamo in monarchia? La smetta di tirare la corda perché la gente la si sta portando all’esasperazione. Ora in piena crisi e in piena estate si va a collocare dei clandestini nelle localita’ turistiche, prima a Ballabio, Cremeno, Esino e non solo e ora ai Resinelli, ma siamo impazziti? Invito tutti coloro che sono contrari, ma anche a tutti coloro che hanno difficolta’ economiche o lavorative, a chi rischia lo sfratto o vuole un tetto (colazione, pranzo e cena compresi, gratis)  a telefonare in Prefettura allo 0341/279111, se sono stati trovati 1.000 euro al mese per ciascun clandestino, troveranno anche 1.000 euro al mese per la nostra gente in difficolta’! E ci spieghi la Prefettura una volta per tutte, in un’assemblea pubblica, affrontando la cittadinanza, quale sara’ il futuro di questi clandestini nel nostro territorio, sempre che un progetto esista, perché se l’emergenza dura da anni non si chiama più emergenza ma incapacita’!”.

 

 

 

 

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