IL MATTINO SORGE AD EST: “SE IL FILM DI PREMANA HA GAMBE ALLORA CAMMINERÀ BEN OLTRE LA VALLE”



GEROLA ALTA (SO) – Venerdì 7 agosto su invito del regista Stefano Tagliaferri ho avuto l’onore di partecipare alla proiezione ufficiale del film girato a Premana “Il mattino sorge ad est” in Valtellina a Gerola Alta in Val Gerola. Come sappiamo il racconto è stato scritto in dialetto premanese da Antonio Bellati e tratta una storia veramente accaduta a Premana alla fine del 1800. Il protagonista un certo Domenico Ruffoni chiamato in dialetto “Ol Menal” era proprio Valtellinese originario di Gerola, periodicamente visitava Premana per la compravendita di animali. Menal a Premana era stimato da tutti ma anche, osservato dalla gente del posto. Domenico dal canto suo trovava la parola giusta per ogni persona, spesso offriva da bere agli uomini nell’osteria del paese, anche se negli affari era piuttosto tirchio. La particolarità di questo uomo era che portava in tasca tutti il denaro che possedeva circa 3.000 lire, che all’epoca erano una fortuna.

Nel film assistiamo ad un confronto che Menal fa con l’oste dove gli spiega di aver guadagnato quei soldi onestamente, ed indicando le banconote spiega all’oste dettagliatamente la loro provenienza, mettendo in risalto le mille lire ricavate dalla vendita di una casa in Gerola. L’oste con fare paterno cerca di proteggere l’individuo consigliandogli di non tenere tutto quel denaro in tasca, Menal risponde che lui non si sente un uomo se non ha il denaro con sé, quindi è impensabile che egli lo possa depositare in banca o nasconderlo in casa. Sempre con l’oste Menal confida l’armonia della relazione avuta con la sua defunta moglie, parla di lei con nostalgia e nel dialogo cita il lavoro della moglie a St.Moritz in Svizzera, con ironia aggiunge che i veri ricchi sono in quel paese e che egli, con le sue 3.000 lire, in confronto è quasi un pezzente. Oltre a questo Menal confida all’oste di voler trovare a Premana una nuova moglie.

film premanaA Premana in quel periodo storico quel denaro rappresenta una fortuna, per questo Menal viene circuito da due giovani con la complicità di una donna, Catina, alla quale suggeriscono di coltivare una relazione con lui. Menal sarà derubato dai due ragazzi e il suo cadavere ritrovato sul greto del torrente Varrone, anche nella storia vera il delitto resterà impunito.

A mio parere il dramma del racconto non sta tanto nell’omicidio, nel film traspare, anche se con il pudore ottocentesco, l’innamoramento fra Catina e ol Menal. La donna non riesce ad opporsi a quel destino di cui all’inizio si era fatta complice, inoltre in paese questa donna era sempre osservata e additata come una persona un po’ strana, quando però a Premana si celebra il matrimonio fra i due vediamo una genuina partecipazione dei premanesi nel officiare la festa.

A mio avviso quando gli addetti alle registrazioni del film hanno lavorato sui canti tradizionali, gli attori premanesi che sappiamo essere tutti persone comuni, alcuni addirittura non avevano mai recitato neppure nei teatri amatoriali, ogni finzione viene elusa dalla genuinità dell’antico bagaglio culturale del popolo premanese. I canti dialettali, l’espressione dei volti trascendono ogni finzione e ci mostrano un popolo in tutta la sua essenza, in un amore incondizionato trasmesso da intere generazioni, valori umani mischiati a cultura e tradizione che hanno resistito nel tempo, conservati e coltivati da intere generazioni per trasmetterli al mondo in modo spontaneo e genuino. Elemento splendidamente colto dal giovane regista Stefano Tagliaferri, originario di Pagnona, paese che sorge vicino a Premana, due paesi, a detta di Giovanni Bellati, in perenne conflitto, una sana competizione che stimola a fare bene qualunque attività.

Dopo la proiezione il regalo più bello ce l’hanno fatto gli stessi attori, presentandosi con i costumi del film; un effetto surrealista dove parevano uscire direttamente dalla riproduzione. L’emozione del pubblico trasmessa in un applauso che sembrava non volere mai finire, così da interiorizzare il momento in cui simbolicamente Domenico Ruffoni detto ol Menal de Gerola, fa ritorno nel suo paese natale. Fra gli attori c’erano in costume anche le comparse, potete immaginare l’emozione che ci hanno trasmesso.

film premana 2Il sindaco di Gerola Alta Rosalba Acquistapace presente sul palco, con umiltà di fronte alla forza reale del popolo premanese, ha pronunciato poche ma significative parole, con l’impegno di continuare a coltivare l’amicizia fra i due paesi. Il sindaco di Premana Nicola Fazzini – anch’esso recita un piccolo ruolo nel film – ha risposto a domande importanti del pubblico, e ci ha spiegato che la forza del suo popolo sta nel fatto che Premana finora è riuscito a mantenersi un paese autonomo, dove le persone non sono state costrette ad uscire dal paese per lavorare, essendo tutti dei piccoli o medi imprenditori con la manifattura di forbici e coltelli. Tuttavia ha precisato Fazzini: “anche noi siamo un paese in trasformazione, questo settore lavorativo si sta un po’ esaurendo, inoltre molti giovani studiano e vogliono sperimentare nuovi lavori fuori dalla Valsassina. Anche Premana beneficia della promozione turistica in Valsassina, a parte i nostri rifugi di montagna, in paese abbiamo soltanto escursioni giornaliere, non essendo attrezzati con strutture alberghiere. Tuttavia anche noi ci stiamo preparando al cambiamento”. Infine al sindaco è stato chiesto se anche Premana vive dei conflitti interni, dissapori fra la gente e malcontento dell’operato pubblico: “certamente” ha risposto Fazzini: “anche a Premana vi sono conflitti, discussioni e malcontento, ma la nostra forza sta nel fatto che quando poi decidiamo un obiettivo, mettiamo da parte i dissapori fra di noi e lavoriamo insieme, al fine di raggiungere ciò che ci siamo prefissati.” I due sindaci si sono stretti pubblicamente la mano, un attore ha approfittato del magico momento per chiedere alle due autorità se quel sentiero che divide Gerola da Premana un giorno potrà essere trasformato in una vera strada asfaltata di collegamento fra la Valtellina e la Valsassina. Impreparati i due sindaci si sono limitati a sorridere.

Una grande emozione personale l’ho ricevuta dall’attore Benedetto Codega, ol Menal de Gerola, che portava in tasca tutto il suo denaro. Benedetto sceso per ultimo dal palco, vestito in costume in compagnia del bastone che nel film porta sempre con sé, mi ha stretto la mano ed io con assoluta fermezza, sono riuscita a chiedergli quale fosse il sogno segreto per la divulgazione di questo film. Codega da buon montanaro mi ha risposto in modo pratico dicendo: “non credo che la grande distribuzione sia interessata ad un film etnografico, per giunta in dialetto ottocentesco, con attori improvvisati. Continueremo a divulgarlo nelle sale della zona, per natale pubblicheremo il DVD, il film è stato candidato ad un concorso nel Veneto, poi si vedrà….” Benedetto con lo sguardo inteso ancora impregnato dall’emozione del personaggio Menal che fa ritorno dopo tanti anni nel suo paese, con l’espressione del galantuomo ottocentesco mi ha chiesto: “con chi ho l’onore di parlare? “ emozionata ho risposto: “Pinuccia Nasazzi, una povera scrittrice di Esino Lario” Benedetto ha replicato: “Esino Lario? Il piccolo paese di montagna che ospiterà il raduno mondiale di Wikipedia 2016?” “SI proprio quel paese li, ma tornando alla divulgazione del film se io dico RAI cosa mi rispondi?” Benedetto si è lasciato sfuggire un sorriso con un suono di gioia, non capivo se era ancora nel ruolo del personaggio, o se la risatina provenisse dall’anima dello storico premanese Antonio Bellati.

Ho lasciato la sala pensando di inviare questo comunicato anche ad un certo maestro (con la m minuscola, altrimenti si arrabbia) che con dedizione assoluta lavora per la nostra televisione. Come si dice da noi: “Se il film di Premana ha gambe camminerà”

Pinuccia Nazazzi

 

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