BARZIO – Era il 1986 quando la sottosezione di Barzio del C.A.I. di Lecco pubblicava la prima guida di arrampicata del gruppo dello Zuccone Campelli, a distanza di quasi trent’anni grazie all’impegno e alla collaborazione di amici, il Club alpinistico ripropone un nuovo lavoro. “Cambiano i tempi, cambiano i modi, cambiano i linguaggi, cambiano gli arrampicatori, cambiano le persone, il mondo cambia, ciò che non cambia è l’amore e la passione per la montagna che ha portato il nostro sodalizio a pubblicare questo semplice libretto, una guida nuova che si propone di presentare a chi ancora non le conosce le montagne di casa nostra e a chi invece già le frequenta, di ampliare le conoscenze degli innumerevoli itinerari alpinistici sia vecchi che moderni che è possibile trovare nel gruppo dello Zuccone Campelli”.
Perché questa opera? E’ doveroso ricordare che in questo lasso di tempo di arrampicata sui Campelli ne hanno trattato anche altre pubblicazioni, lavoro di tutto rispetto e competenza ma che proponendo un formato poco agile e difficile da consultare, inseriva il gruppo Campelli insieme ad altre zone alpinistiche della provincia di Lecco. La nostra guida si distingue da questi ultimi lavori, in primo luogo un formato che occupa poco spazio nello zaino, facile da consultare, con una grafica semplice e moderna, con le fotografie ad alta definizione sulle quali sono evidenziati minuziosamente gli itinerari. Nella rappresentazione schematica e fotografica si è cercato di dare importanza al valore estetico e storico delle vie, l’eleganza della linea, il fascino ambientale, il piacere della scalata.
In seconda battuta perché la nostra guida raccoglie la totalità degli itinerari esistenti nel gruppo Campelli, una importante rappresentanza di passato e presente, dalla prima via realizzata nel 1867 fino alle ultimissime realizzazioni in stile moderno. Un capitolo viene riservato alla nuova falesia d’arrampicata sportiva denominata “L’era glaciale”, un altro al divertente settore della “falesia delle Marmotte” che offre semplici itinerari ideali per scuole d’alpinismo e ragazzi alle prime armi. Sono inoltre descritte le due ferrate presenti in zona, conosciutissime e frequentate dagli amanti di questa disciplina.
Le caratteristiche quasi uniche di queste rocce e di questo ambiente tutto sommato di modeste dimensioni nel quale si devono fare piccoli spostamenti per raggiungere i diversi settori, han fatto si che qui fosse possibile praticare diversi stili di arrampicata, da quello classico a quello sportivo passando dallo stile “trad” a quello di scoperta e avventura. Tutto ciò ha permesso che nascessero in poco tempo nuovi itinerari, semplici alpinisti ma anche arrampicatori di fama, hanno cominciato a girare da queste parti, si sono fermati e hanno lasciando il segno con nuove realizzazioni aggiungendole ai classici del passato.
Lo Zuccone Campelli è una montagna dalle poliedriche facce. Le sue forme richiamano pareti dolomitiche ben più nobili, i colori del paesaggio e della natura sia in veste estiva che invernale, la stupenda roccia, tutto qui convive in perfetta armonia in tutta la sua estensione sono disponibili ancora parecchie opportunità su cui cimentarsi con terreni diversi ed inediti, consentendo di appagare i più diversi gusti arrampicatori. Pareti di estrema verticalità, muraglie selvagge e solitarie, diedri, fessure, camini, roccia da mille e una notte ma anche sfasciumi, placche compatte appoggiate oppure strutture aggettanti, il facile e il difficile, d’estate e d’inverno, a ognuno qui è dato di praticare il “suo” alpinismo.
“Un particolare ringraziamento – conclude il CAI di Barzio – va rivolto a chi ci ha dato un notevole contributo tecnico: gli amici Pietro Buzzoni e Alessandra Galeazzi che ci hanno fornito le informazioni che hanno permesso la redazione di questa guida, la loro notevole competenza e conoscenza degli itinerari descritti ci hanno facilitato parecchio il lavoro di raccolta dei dati. Vanno inoltre ringraziati gli altri uomini che hanno permesso la buona riuscita di questa opera, i membri del consiglio del C.A.I. Barzio, in particolare Piercarlo Pepe, Massimo Bertulessi, Mario Agostani, Luciano Segatel, Giovanni Minonzio, Marcello Parma, Cinzia Poggi, Pietro Bergamini. Ultimi ma non meno importanti vanno ringraziati tutti quegli operatori turistici della zona che hanno creduto in questo lavoro e che ci hanno sostenuto economicamente”.