LA LECTIO DI DON GRAZIANO: LA PASQUA CHE CONTINUA



Tutti noi, uomini e donne siamo nati da una donna: “che scoperta!” dirà qualcuno. Eppure a pensarci bene, non è un’osservazione così banale. Al di là di una fredda considerazione scientifica sui meccanismi della riproduzione; al di là anche dei drammi umani in cui a volte può dolorosamente situarsi una gravidanza , rimane pur sempre un qualcosa di meraviglioso nel fatto della maternità: ognuno di noi “esiste” perché una donna ci ha portato in grembo e ci ha dato alla luce… Ed è veramente difficile immaginare un ruolo o una qualifica umana più grande e più importante di questa: dare la vita.

Senza far torto, beninteso, al ruolo maschile della faccenda… e senza ridurre in alcun modo la funzione sociale della donna alla maternità. “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna… “(Galati 4,4) Il nome di questa donna è Maria di Nazaret, la madre di Gesù.

All’epoca, una sconosciuta ragazza ebrea, oggi quella stessa donna che noi chiamiamo “la Madonna” e che festeggiamo come “l’Assunta”, colei che è stata “innalzata alla gloria del cieloin corpo e anima”, come diciamo nella preghiera al’inizio della messa. Ma attenzione: appena si parla di Madonna” e di “cielo”… vediamo di rimanere con i piedi per terra! Voglio dire: non dimentichiamo che si tratta di una donna vera, una donna in carne a ossa, vissuta su questa terra con tutti i problemi e le difficoltà che si incontrano in ogni vita umana. E anche qualcuno di più: non solo perché Maria era una donna povera, ma anche perché le toccò di vedere suo Figlio condannato a morte e crocifisso.

Che cosa è successo perché questa povera donna sia diventata così importante e così “fa” da essere raffigurata e venerata in innumerevoli quadri, statue, santuari… e invocata a milioni di persone a venti e più secoli di distanza dalla sua scomparsa? E’ successo quello che ci ricorda san Paolo: “Cristo è risuscitato dai morti.”

Questo “Cristo” è precisamente Gesù, il figlio di Maria. Con la risurrezione di Gesù da morte, è nata la fede cristiana: quella appunto che noi professiamo nel “Credo”. E dovunque si è propagata questa fede, si è diffusa la venerazione per la “Madre del Signore”. Non è possibile infatti riconoscere in Gesù stesso le “grandi cose” che Dio ha operato in Maria sua madre.

La Festa dell’Assunzione è come la continuazione della Festa della Pasqua. Maria è la prima di noi che ha seguito Gesù nella realtà nuova della risurrezione, come è stata la prima di noi ad accogliere Gesù, nella condizione umana terrena. Per questo Maria è per noi “un segno di consolazione e di sicura speranza”

Don Graziano vicario parrocchiale
Sabato 15 agosto 2015
Solennità dell’Assunta

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