INTROBIO – Quello che si prospetta questa settimana, con le fabbriche in Valsassina che riaprono i loro cancelli dopo la pausa estiva, dovrebbe essere un rientro senza “casi preoccupanti” tra le ditte valsassinesi.
Ad affermarlo è Emilio Castelli, delegato della Fim-Cisl per la Valsassina, il quale ha confermato al nostro giornale che in questo momento non si vedono grossi problemi all’orizzonte anche se, data la situazione internazionale, il blocco degli investimenti nel settore petrolifero in paesi come Usa, Messico o Giappone e il basso prezzo del barile di greggio, è meglio non abbassare la guardia.
“Richieste di cassa integrazione al momento non ci sono, le poche che erano state fatte prima delle ferie di un paio di aziende sono rientrate e le ore per fortuna non sono state utilizzate” spiega il sindacalista della Cisl, “purtroppo, due imprese hanno dovuto chiudere per fallimento e questo è un dato negativo, ma nel complesso la flangia è ancora la locomotiva dell’industria valsassinese” ha commentato Castelli.
Sempre sul tema flange, il delegato Fim conferma che nella ditta più importante della Valsassina in questo settore si è firmato un “decente” contratto aziendale di durata triennale, legato alla produttività, la qualità e il maggiore operativo lordo. “Questo è un passo fondamentale che crea molti spiragli, ma dobbiamo sempre avere tutti i sensi in allerta perchè i segnali che arrivano pur non essendo negativi, non sono del tutto incoraggianti per il settore” spiega Castelli.
Sarà dunque un autunno che inizia senza problemi ma le imprese dovranno valutare insieme ai lavoratori tanti parametri, interni ed esterni; soprattutto, precisa il sindacalista, “ci vorrebbe più unità tra gli imprenditori, sarebbe auspicabile la nascita di un consorzio della flangia in Valle: questo spianerebbe la strada a nuovi investimenti e darebbe un bel segnale all’economia e l’industria”.
Non lontano dal centro Valsassina, la nascita di un consorzio come è successo a Premana ha dato nuova linfa all’industria e l’economia locale; chissà se questo esempio non possa essere adottato anche nell’area centrale della Valle per dare alla flangia quello che “le manca”.
F. M.