VALSASSINA – Come sempre, all’italiana, si sa che c’è la legge ma la sua applicazione, i tempi, le modalità, tutto è “per aria”. Di certo prima o poi i piccoli Comuni – dunque la maggior parte dei nostri, se non proprio tutti – sono destinati a sparire, accorpandosi in amministrazioni più sostanziose di quelle odierne. E in vista dell’ineludibile (ma quando?) passaggio epocale, si procede in ordine sparso, come “allenandosi” in preparazione della grande svolta che verrà.
Ma siccome siamo italiani prima ancora che valsassinesi, ecco che pure qua le cose procedono diciamo così “diversamente”. Nulla di sbagliato, intendiamoci, però è curioso e dunque diventa giornalisticamente interessante registrare le differenze di comportamento di singoli Comuni e aree omogenee, che avanzano disordinatamente tra strappi, incontri, accordi e rotture.
Vediamo di fare il punto alla luce degli eventi più recenti in materia, che ruotano in particolare intorno ai movimenti di un’amministrazione importante come quella di Pasturo (Comune popoloso guidato oltretutto da un sindaco che è anche vicepresidente della Comunità Montana e che di questa pare proprio che potrebbe diventare numero uno nell’arco di un anno).
L’UNIONE CHE NON C’E’
C’era una volta (ma ormai è come se non esistesse più) l’Unione dei Comuni del Centro Valsassina e della Grigna Settentrionale. Nome lungo, grandi ambizioni ma anche grandi spese tra sede, personale e quant’altro. Dopo anni di servizio, l’Unione viene affossata dal neo eletto sindaco del paese che l’ha voluta e che la ospita: Introbio. Airoldi annuncia l’uscita, ci sta anche Taceno e dopo grandi discussioni in questi giorni arriva (preannunciata da VN) la “bomba”: pure Pasturo abbandona. E i movimenti decisi dalla giunta di Guido Agostoni danno avvio ad un importante “risiko” all’insegna di nuove unioni e condivisioni di servizi.
LA POLITICA SEGUE LA PASTORALE
Effetto immediato: una volta formalizzato l’addio alla vecchia Unione di Centro Valle, Pasturo stringerà i suoi rapporti con l’Altopiano valsassinese, andando a condividere una serie di servizi e funzioni insieme a Barzio, Cremeno, Cassina e Moggio. Ne nasce un’aggregazione (non una vera e propria Unione) rilevante che rispecchia in pieno – anche se in ritardo di qualche tempo – la già esistente Comunità Pastorale del luogo. Che guarda caso comprende esattamente quei 5 paesi.
GLI ALTRI CHE SI UNISCONO…
E l’Unione “che c’era”? Via Pasturo, via Introbio e Taceno rimangono tre Comuni di cui due belli grossi: Primaluna, Cortenova e Parlasco. E da Cortenova, probabilissima sede della nuova Unione a tre, giunge voce che potrebbe nascere a breve, forse già entro l’anno, un progetto che sa tanto di Comune unico. Si tratterebbe di una aggregazione di questi tre enti locali, una “Unione spinta” nella quale TUTTE le funzioni verrebbero messe insieme. Ovvero sparirebbero singoli servizi (la ragioneria di un Comune, l’anagrafe di un altro paese e così via) e ognuno dei diversi settori verrebbe centralizzato in un singolo municipio, che fungerebbe da centro dei servizi di quel settore per tutti e tre i paesi. Visto così, pare tanto il preludio alla nascita, prima o poi, di un Comune unificato.
…E QUELLI CHE “GUARDANO”
Tra Altopiano e Centro Valle, alla fine resterebbero fuori dalle unioni solo Introbio e Taceno. Mentre non ci sono notizie certe su quel che accadrà in Alta Valsassina e dintorni (ma già si parla di accordi tra Premana e Pagnona), c’è nebbia intorno ai due primi municipi fuoriusciti dall’Unione di Centro Valle. “Noi siamo disponibili a metterci insieme con i comuni limitrofi – dichiara Marisa Fondra, sindaco di Taceno – fermo restando che siano chiari chiaro modalità, costi, unificazione degli uffici”.
L’ESEMPIO DELLA VALVARRONE
Tra le primissime realtà a sperimentare accordi tra piccoli paesi c’è la Valvarrone, che già da anni ha attuato una sua Unione dei Comuni (non sempre all’insegna dell’amore e dell’accordo tra Introzzo, Sueglio, Vestreno e Tremenico) e che ancora una volta potrebbe anticipare tutti.
Gira voce infatti che il primo Comune unificato del territorio potrebbe sorgere proprio tra Valsassina e Lago. Ma sono ipotesi, e tutti guardano con poca fiducia alle mosse che lo Stato centrale compirà in materia. E altrettanto, sembra chiaro che in un paio d’anni i “comunelli” sono destinati a sparire. Che la soglia sia di 3 o 5mila abitanti, con quali modalità e quando esattamente è tutto da decidere; ma il futuro è segnato e il campanilismo di oggi verrà spazzato via da qualche testo unico.
Formalmente…