CASSINA VALSASSINA – C’era da chiarirsi, tra ben cinque Comuni (i 4 dell’Altopiano valsassinese più Pasturo che preme per “avvicinarsi” in particolare a Barzio), ma il chiarimento è stato solo tentato. A quanto pare, perché le bocche degli interessati sono cucite – specie con i giornali – e impediscono di avere resoconti puntuali sul super vertice tenutosi l’altra sera nel municipio di Cassina. Ma che la questione fosse seria lo testimoniano quantità e qualità dei partecipanti: non solo i cinque sindaci protagonisti della “querelle” ma anche buona parte delle loro giunte, una quindicina tra primi cittadini e assessori per cercare di capirne di più.
Il tema è noto: c’è Pasturo che se ne esce dall’Unione dei Comuni di Centro Valle e strizza l’occhio a Barzio sul fronte dei servizi che si possono associare per ottenere sinergie e risparmi; c’è Barzio che pare “starci” ma i tre Comuni restanti (Moggio, Cassina e Cremeno) non vedono con favore l’entrata in scena di Pasturo. Di questo e d’altro hanno parlato i nostri amministratori che però, come detto, mantengono un assordante silenzio come se le vicende di cui sopra fossero “cosa loro“. Quel che trapela comunque è una situazione tesa e per nulla chiarita. Abbiamo sentito tre sindaci e malgrado il riserbo è apparso chiaro come le posizioni siano e restino abbastanza divergenti.
“Niente di fatto, tutto da vedersi” afferma uno dei borgomastri, aggiungendo che “siamo ancora ai preliminari“. L’augurio è che, esauriti questi ultimi, gli accordi non vadano in bianco. Scenario al momento possibile se non probabile.
L’eventuale rottura, con due realtà “divise” (Pasturo-Barzio da un lato, il resto dell’Altopiano dall’altro) porterebbe grane a occhio e croce soprattutto ai tre piccoli Comuni – i cui abitanti totali non arriverebbero alla fatidica soglia di quota tremila, quella che a regime (ma chissà quando…) rappresenterà il minimo per avere un municipio. Barzio e Pasturo invece quel limite lo supererebbero agevolmente, lasciando in difficoltà l’aggregazione Cremeno-Cassina-Moggio. Con tutta una serie di conseguenze pratiche piuttosto rilevanti su personale, servizi, costi eccetera eccetera. Ma qui siamo già allo scenario più “spinto”, quello dei Comuni frutto di fusioni che vedremo – forse – solo tra anni. Nel frattempo, basterebbe cercare di associare servizi e razionalizzare spese ed efficacia. Riusciranno i nostri eroi della pubblica amministrazione a superare campanilismi, antipatie e questioni, diciamolo chiaramente, anche politiche che paiono rendere difficile questo percorso?
Domanda ardua da evadere, i cui dettagli continueremo a verificare. Malgrado i tentativi di mettere la sordina alle “trattative”…