ALTOPIANO – Arriveranno a breve nei paesi dell’Altopiano valsassinese le famiglie di richiedenti asilo sostenute dall’associazione “Telefono donna” che già a settembre avrebbero dovuto trovare sistemazione in alcuni appartamenti tra Barzio e Cremeno. L’accoglienza si rivolge questa volta ad alcune donne con figli al seguito, provenienti dalla Siria e dunque con la quasi certezza che, una volta completato l’iter burocratico, verrà loro riconosciuto lo status di rifugiati.

Per questi nuclei famigliari sono stati messi a disposizione dei locali delle parrocchie, non si parla più di appartamenti sfitti come invece era stato previsto nell’accordo precedente, poi saltato.

La realtà dell’Altopiano valsassinese si prepara così ad affrontare un nuovo aspetto della tematica accoglienza, continuando a distinguersi nel territorio della provincia di Lecco sia per capacità d’iniziativa che per problematicità e strumentazioni. Barzio rispose alla prima “emergenza sbarchi” con la disponibilità del Coe ad ospitare un gruppo di migranti nel 2011, e di nuovo nel 2014 quando anche il Comune intervenne, primo in provincia, coinvolgendo i migranti in lavori di volontariato.

Meno lodevole la vicenda degli “Artigianelli” a Maggio, dove si sperimentò prima che nel capoluogo un sistema di accoglienza “di massa”, concentrando in un unico edificio un numero consistente di migranti, con non poche difficoltà per quanto riguarda i rapporti con l’esterno, dalle strutture pubbliche alla cittadinanza.

Ora con l’arrivo di donne e bambini in spazi resi disponibili dalla parrocchia l’altopiano risponde anche all’appello del cardinale Scola che a luglio chiese alle comunità pastorali di dare il buon esempio attivandosi per un sistema di accoglienza diffusa, stessa direzione assunta recentemente dal Decanato di Lecco.

C.C.