LA LECTIO DI DON GRAZIANO. SOLENNITA’ DI CRISTO RE: LA FORZA DELLA DEBOLEZZA



Mentre cadono le foglie ingiallite d’autunno, e mentre scorre il mese di novembre, il mese dei defunti, la Chiesa ambrosiana celebra in questa domenica la solennità in onore di Cristo Re dell’Universo, una festa voluta da papa Pio XI nel 1925. La Chiesa insiste in questa celebrazione, nonostante qualche perplessità suggerita dai mutamenti storici, sociali, dal declino delle monarchie, da un certo rischio di trionfalismo, insiste e continua a presentare Cristo Re dell’Universo e lo fa’ perché chiaramente vuole sfidare un po’ questo potere, questa forza, questo prestigio, questo fasto del palazzo, dei regni di questo mondo che sono perennemente in crisi.

E questo Regno di Cristo è un Regno alla rovescia, un Regno all’incontrario, perché Gesù è un Re molto strano, non ha alcuna sicurezza, vive alla giornata, non ha una pietra dove posare il capo, non ha una scorta se non quella dei due ladroni, non ha eserciti, missili, servizi segreti. Ha una corona, si lo sappiamo, una corona di spine, ha una divisa, un grembiule che si cinge per lavare i piedi ai suoi apostoli, che saranno i suoi ministri; ha un palazzo che è la strada dove incontra tutti, indistintamente, ha un trono, anche questo molto strano: quando nasce, il suo trono è una mangiatoia, e li diventa il Re dei poveri, ma i Magi, questi Re orientali, vanno a cercarlo, e l’adorano come Re.

Quando muore, il suo trono è un patibolo: la Croce, e diventa il Re dei sofferenti, e questo titolo lo sfrutta abilmente il buon ladrone; quando poi decide di restare sempre con noi, sceglie come trono il Tabernacolo e diventa il Re dei cuori. E allora dobbiamo scoprire, amare questa presenza viva del Signore!

Ma cos’è questo Regno di cui ci parla continuamente Gesù? Ecco qui il punto: perché Gesù continua a parlare del Regno dei Cieli, del Regno di Dio, nelle sue parabole, nei suoi discorsi: dev’essere qualcosa di importante se ci ha insegnato addirittura a pregare: “Venga il tuo regno”. Se poi insiste: “Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio”.

Ma cos’è questo Regno dei Cieli? Non è certamente un luogo, un territorio dove qualcuno regna. Allora cos’è questo Regno? Mi pare che Gesù stesso da la definizione proprio sulla Croce, quando uno dei ladroni, leggendo la scritta: “Gesù Nazzareno, Re dei Giudei” fa un atto di fede incredibile, perché lo fa non quando Gesù fa i miracoli ma quando lo vede distrutto, sfinito, ormai fallito: “Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno “ e Gesù, con un sorriso: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”.

“Sarai con me”: il Regno è stare con Gesù, essere con Lui, Lui che è il mio Signore, il mio Dio, il mio tutto! Come dice san Tommaso quando lo vede nell’apparizione: “Mio Signore e Mio Dio”!

Questo è il Regno dei Cieli! Concludendo, vorrei ricordare quel dialogo che si intreccia in ogni Celebrazione Eucaristica tra il Sacerdote e i fedeli, all’inizio del Prefazio della messa: “Il Signore sia con voi – In alto i vostri cuori, e tutti rispondono: sono rivolti al Signore: che bello, questo rivoltarsi, questo donarsi al Signore: questo è l’augurio che ci scambiamo in questa festa di Cristo Re!

Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 8 novembre 2015 – Solennità di Cristo Re
Lc 23, 35 – 43 – “B” – Rito Ambrosiano

 

 

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