In attesa che si risolva la faccenda del buco di Bobbio (e tutti ci auguriamo che non faccia la fine di quella, purtroppo per noi irrisolta, del buco nell’ozono), verrebbe voglia, viste le spettacolari giornate che ci stanno accompagnando in questo novembre dal tepore di maggio, di scrivere ancora un po’ dei nostri posti bellissimi, dei colori delle foglie, dell’albeggiare con Giove, Venere e Marte a spegnersi dolcemente nella luce del giorno.
Però, dico io e direte probabilmente anche voi, ne abbiamo già parlato spesso, per cui rischieremmo di ripeterci.
D’altronde, penso io e magari anche qualcuno di voi, cos’è un anno se non una ripetizione continua, una giostra delle stagioni che, ricordate?, abbiamo già celebrato qualche settimana fa?
Dunque, per questa volta, anziché parlare dei posti bellissimi parliamo delle tante, tantissime persone speciali che vivono in questi posti bellissimi.
E chi sono, vi chiederete, queste persone speciali? Due righe ancora e ve lo dico.
In questi ultimi mesi telegiornali e tutto la compagnia vociante dei talk show ha avuto il suo bel daffare a interrogarsi sulla corruzione, sulle mazzette, sul malaffare che pervade l’italico stivale; e ce ne hanno fatte vedere di tutti i colori: uomini in mutande che timbrano il cartellino, che pagaiano nel Golfo Ligure, che si incazzano perché Tizio e Caio sono in ritardo con i pagamenti delle tangenti; ciechi che guidano, muti che discutono non a gesti ma a parole, invalidi che si allenano per la maratona.
Vien quasi da pensare che gli stupidi siamo noi, quelli che cercano di rispettare il settimo comandamento e continuano a stupirsi se ogni giorno polizia, carabinieri e guarda di finanza arrestano decine di persone.
Ma là fuori, per fortuna, non è proprio del tutto così.
“Là fuori” vive uno stuolo di persone che si spende per gli altri; che di notte fa il turno al Soccorso; che se brucia una stalla o un bosco corre a cercare di spegnere il fuoco; che pulisce i sentieri e i letti dei fiumi; che se c’è un terremoto risponde “presente”, mette magari il cappello con la penna e va di corsa a costruire tendopoli; che raccoglie fondi per chi ha bisogno; che cura popoli interi ai margini del mondo; che fa correre, giocare e sciare i nostri ragazzi; che si inerpica sulle rocce e si cala negli strapiombi per salvare incauti turisti.
E sono solo pochi esempi di un caleidoscopico mondo che ne racchiude mille altri.
Quella dei volontari, lo sappiamo bene, è una categoria che fa notizia solo se capita una tragedia, non se è decisiva nel salvare una vita nel silenzio in una notte di pronto soccorso.
Dalle nostre parti, per fortuna, questo popolo è incredibilmente numeroso ed è bello pensare che in posti bellissimi vive anche gente bellissima e che questa gente bellissima (e bravissima) non ha come obiettivo il mettersi in mostra ma il mettersi in gioco, e che da questo “gioco” non si aspetta medaglie o ricchi premi ma solo un po’ di legittima considerazione.
Ed è pensando a questo esercito che combatte con la forza del cuore e del sorriso che, quando tutti i giorni sentiamo parlare di milioni di euro che viaggiano clandestini da una parte all’altra di una scrivania, vediamo gente che timbra in mutande o pagaia allegramente nel Golfo Ligure anziché fare il proprio dovere, o si incazza perché Tizio o Caio sono in ritardo con le mazzette, dobbiamo riuscire a sconfiggere il pessimismo e a dire che “là fuori”, dove viviamo, non sono tutti uguali e c’è davvero tanta gente bellissima (tra cui magari anche noi stessi) a farci compagnia.
Buona domenica.
Riccardo
Benedetti
.