“Non accettare che quanto sta accadendo
sia solo un caso di sofferenze altrui
altrimenti scoprirai di aver scelto di unirti
a chi si volge altrove”.
(“On a turning away” – Pink Floyd – 1987)
Vi dico la verità: non so da dove cominciare, anche se so perfettamente dove andrò a finire.
Perché, in realtà, volevo iniziare parlando di tre numeri, il 46, il 93 e il 99 e dei burattinai che reggono i fili di spettacoli che vengono spacciati come “sport”, mentre altro non sono se non un concentrato altamente tossico di business e politica.
Poi salta fuori anche la storia del doping in Russia. Ma và? Fino ad ora pensavamo – tanto per restare all’atletica – che solo nel frigorifero di Schwazer, oltre al ghiaccio per la Kostner, fossero custoditi i segreti più dirompenti di vittorie olimpiche.
Smesso di parlare del male, avrei voluto cominciare a dipingere il “bene”.
E citare i dirigenti, gli allenatori e tutti gli atleti del “mio” Centro Sportivo; il Gianni che l’altro giorno, con entusiasmo, ha proposto che fossimo noi a organizzare, il prossimo anno, una gara internazione di corsa in montagna alle Betulle; i giovani fondisti del Piero e quelli della Carla; gli sciatori del Pierangelo e del Livio; i 330 organizzati dal Luca che questa mattina si arrampicheranno, per una medaglia di niente, da Introbio sino a Bobbio; gli amici che vanno in bicicletta; quelli che hanno organizzato la ZacUp; il Casargo, l’AS Premana, il Pagnona e tutte le altre associazioni (mi scuso per averle dimenticate) che si sbattono per insegnare ai più giovani (e ricordare ai più grandi) che certi valori servono sia quando corri da solo che quando vivi in una comunità.
Tutta gente che si muove senza fili, libera di avere la propria passione, indipendente dalle logiche della coalizione dei mass media e di chi vi è sottomesso. Gente che non vive sul lato oscuro della Luna, ma su quello inondato di luce.
Ecco, dopo il 46, il 93 e il 99 (più la Russia aggiuntasi in corso d’opera), sarebbe stato su questo che avrei voluto riflettere.
Ma poi è intervenuta la Storia a disperdere burattini e burattinai, e 46 + 93 + 99 non fa nemmeno il numero di chi è rimasto a terra e di chi lotta ancora per sopravvivere.
E’ arrivata la Storia a ricordarci, implacabile, che il lato oscuro della Luna è sempre più affollato.
E quindi scelgo di prendermi un minuto di silenzio, abbassare il capo e inchinarmi rispettoso di fronte a quanti, uscendo da uno stadio di calcio (Sport? Spettacolo? A questo punto chissenefrega) e ben consapevoli di quello che stava accadendo là fuori, hanno intonato il loro inno nazionale.
E’ una delle “buona domenica” più difficile di sempre.
Riccardo Benedetti
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