PREMANA – Avviato il cantiere per l’inizio dei lavori per la costruzione dell’impianto idroelettrico sul torrente Varrone denominato “Centrale Alto Varrone” nel territorio del Comune di Premana. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente nel tratto intermedio dell’omonimo torrente che scorre nella valle.
Molti alpigiani, che frequentano la zona, hanno notato il via vai assiduo degli elicotteri, utilizzati per il trasporto dei materiali e dei macchinari funzionali agli scavi per la posa della condotta e per la realizzazione degli edifici dove saranno installate le turbine.
La concessione per la captazione delle acque per l’uso e il conseguente sfruttamento ai fini idroelettrici è stata rilasciata dalla Autorità provinciale ad un impresa privata, successivamente al ritiro da parte della amministrazione comunale di Premana dei propri progetti.
L’amministrazione Bertoldini a suo tempo in carica ha definito il contenuto delle convenzioni per l’accordo con l’impresa, negoziando la rinuncia alle proprie domande di derivazione, motivando come sensata “la scelta per cui ci siamo seduti con i privati” e addossandosi di fatto la storica responsabilità di avere svenduto l’acqua, unica risorsa gratuita e vitale, che abbonda nel territorio premanese.
“Il pensiero di promuovere pubblicamente, al miglior offerente, i progetti di derivazione predisposti dal Comune allo scopo di garantire le migliori entrate – annota un osservatore premanese – non ha sfiorato gli amministratori della operosa compagnia del fare, immersi e concentrati nella realizzazione di altri progetti nel periodo in cui erano alla guida del paese”.
“La contropartita dei pochi spicci introitati nelle casse comunali è minimale – dichiarano a VN due alpigiani -, rispetto ai lauti guadagni del business milionario derivante dai proventi della gestione di queste attività ed è poca cosa rispetto all’offesa arrecata all’ambiente che negherà alle generazioni future la possibilità di apprezzare angoli e luoghi incontaminati cosi come madre natura li ha creati e conservati e che la nostra famelica generazione non è in grado di salvaguardare”.
N. C.