LECCO – Non sussistono elementi idonei e sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio: così il Sostituto Procuratore della Repubblica Paolo Del Grosso motiva la richiesta di archiviazione per il caso “chiesetta di Bobbio”. Niente abuso d’ufficio dunque per il sindaco di Barzio Andrea Ferrari e nessun abuso edilizio per il parroco del paese, don Lucio Galbiati, e ciò perché, nonostante una certa “disinvoltura” nell’azione, non sussisterebbe ciò che in termini giuridici è detto “doppia ingiustizia”, nello specifico non vi sarebbe alcun ingiusto vantaggio patrimoniale procurato a terzi con danno per il Comune.
La vicenda è quella dei lavori di messa in sicurezza dei gradini di ingresso al santuario ai Piani di Bobbio, richiesti dal prete e a cui il primo cittadino ha riconosciuto il carattere d’urgenza, e che Itb, l’azienda che in loco gestisce gli impianti di risalita, si era offerta di svolgere a titolo gratuito. Cantiere aperto e immediatamente posto sotto sequestro dagli investigatori del Corpo Forestale (rileggi qui la vicenda).
Ora è arrivata la pronuncia del Tribunale che chiede l‘archiviazione del caso scagionando da carichi penali e civili il sindaco e dal presunto abuso edilizio il parroco. Per il Sostituto Procuratore, il fatto che la situazione di pericolo perdurasse da due anni non fa venir meno la necessità di provvedervi con urgenza, aspetto invece contestato dalla Forestale; inoltre come già detto sono stati esclusi vantaggi economici a favore di chicchessia (per Ferrari, per don Lucio, o anche per l’impresa).
Ciò che il magistrato non esclude invece è una certa disinvoltura, per la particolare celerità con cui l’ordinanza è stata emessa (due giorni dopo la richiesta del prete), elemento suscettibile di essere impugnato eventualmente dalla giustizia amministrativa ma non certo da una corte penale né tantomeno tacciabili di abuso d’ufficio.