MIGRANTI/ESPERIENZE DI ACCOGLIENZA POSSIBILE. ARCOBALENO, OLGINATE E VALLE CAMONICA



LECCO – Dopo il successo della scorsa settimana, ieri sera il secondo incontro del ciclo“Umanità in cammino”. In sala Ticozzi questa volta si sono portati esempi di buone pratiche locali – o in contesti simili a quello lecchese – di gestione dell’immigrazione e si è discusso sulle prospettive future che il territorio dovrà affrontare nei mesi a venire.

A moderare il dibattito l’antropologo Andrea Staid, autore dell’etnografia “I dannati della metropoli” sugli immigrati a Milano, che per cominciare ha fatto un po’ di chiarezza su alcuni temi. “Distruggiamo il mito dell’emergenza: non si tratta di un’emergenza perché un’emergenza è qualcosa che può durare pochi mesi, mentre il fenomeno in questione dura da vent’anni. Un fenomeno di cui anche i numeri sono poco chiari: sono note le cifre relative ad un giorno preciso, ma mancano i numeri e le statistiche riferiti ad anni interi o a periodi più lunghi”. Dopo aver illustrato lo stato confusionale dell’arte, il ricercatore ha messo sul tavolo una questione altrettanto importante: “parliamo di globalizzazione. Si globalizzano e si spostano le merci da e per ogni dove, perché le persone non si possono spostare con questa libertà? E perché poi questo divieto attiene solo una parte del mondo: un italiano può spostarsi dove vuole, basta che abbia il denaro per farlo, mentre un africano non potrebbe nemmeno fare un visto da certi paesi per altri.” Concludendo Staid ricorda che “le nostre politiche degli ultimi vent’anni basate sulla non-accoglienza non hanno funzionato” ed è dunque necessario rivederle in maniera radicale.

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